Saranno celebrati oggi alle 15.30 nella Cattedrale di Ragusa, i funerali di Pamela Canzonieri, la ragazza uccisa nei giorni scorsi in Brasile. Le messa per volontà della famiglia sarà off limits per telecamere e stampa e sarà officiata dal vescovo di Ragusa Carmelo Cuttitta.
Il giallo della morte della giovane ragusana si è risolto in pochissime ore. L’assassino della donna, Antonio Patricio dos Santos, dopo l’arresto, ha confessato l’omicidio. Pamela Canzonieri, era stata trovata morta lo scorso 17 novembre a Morro de Sao Paulo, nello Stato di Bahia, in Brasile.
Antonio Patricio dos Santos, meglio conosciuto come “Fabricio”, ha ammesso di aver ucciso la 39enne di Ragusa dopo averla abbordata per strada e accompagnata fino a casa. E’ qui infatti che gli agenti hanno poi trovato il cadavere, dopo aver ricevuto una telefonata anonima. Ancora non del tutto chiaro il movente, anche se, in base ad indiscrezioni emerse durante l’ultimo interrogatorio cui è stato sottoposto il killer, a scatenare la sua furia sarebbe stato il rifiuto a baciarlo da parte della donna.
L’assassino era vicino di casa della vittima ed ha precedenti per traffico di stupefacenti. “Durante la confessione ha spiegato di aver usato abbastanza cocaina prima di vedersi con l’italiana e di non ricordarsi molto bene dei dettagli”, ha detto il commissario responsabile per il caso, Argimaria Soares Freitas. Su dos Santos – è stato reso noto – pendeva un altro mandato di arresto emesso dalla giurisdizione territoriale di Valenca. Da tempo infatti l’accusato era dedito allo spaccio nella zona.
“Nel corso dell’interrogatorio ci siamo resi conto che, dopo l’esperienza in carcere, era diventato più aggressivo”, ha aggiunto il commissario Freitas. Determinante per la risoluzione del giallo è stato anche il contributo della polizia italiana, hanno sottolineato le forze dell’ordine brasiliane.
Le indagini della polizia civile di Salvador de Bahia, che ha competenza pure sulle unità di polizia dei territori interni, come Valenca e Morro de Sao Paulo, si sono indirizzate da subito sulla vita privata e sugli avventori del locale dove lavorava Pamela. Il campo si è ristretto anche grazie al lavoro dell’ufficiale di collegamento italiano del Servizio per la cooperazione internazionale di polizia (Scip) della Criminalpol, di stanza a Rio de Janeiro, che ha partecipato a tutte le attività.