Manifestazione dei lavoratori di Tim anche a Palermo, nell’ambito dello sciopero nazionale di otto ore indetto dalle segreterie nazionali di Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil. Il corteo ha preso il via da piazza Verdi, davanti al Teatro Massimo, e si è snodato per via Maqueda, corso Vittorio Emanuele, piazza Indipendenza, fino ad arrivare sotto la sede della presidenza della Regione, dove si è tenuto un sit-in.
Un gruppo di manifestanti della Tim ha portato in spalla una bara. La protesta, spiegano i sindacati, segue “la decisione dell’azienda di tagliare gli stipendi di circa 50 mila lavoratori con la riorganizzazione di un piano di lavoro e di produttività che includerà la disdetta del contratto aziendale di secondo livello a partire dall’1 febbraio 2017”.
Un tavolo regionale alla presenza degli assessori alle Attività produttive e al Bilancio per verificare insieme ai sindacati le quantità e le destinazioni degli investimenti e dei finanziamenti pubblici, sulle nuove reti di comunicazione messe a bando sul territorio. E’ la principale richiesta avanzata dai sindacati alla Regione siciliana durante un incontro che si è tenuto a Palazzo d’Orleans con il capo gabinetto della segreteria del Presidente della Regione.
Un faccia a faccia arrivato al termine della manifestazione partita da piazza Verdi in occasione dello sciopero nazionale dei lavoratori Tim, indetto dalle segreterie nazionali di Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil, per protestare contro “i tagli di diritti e di salari e contro la nuova dirigenza aziendale, che a nove mesi dall’insediamento, non è riuscita a sviluppare e presentare un piano industriale” fa sapere la Fistel Cisl.
“Questi investimenti devono servire a mantenere e creare nuova occupazione stabile e legale – spiega Roberto Giannotta, componente della segreteria Fistel Cisl Palermo Trapani -. Ad oggi la dirigenza è stata capace di presentare soltanto un piano puramente finanziario che si pone l’obiettivo di risparmiare 1 miliardo e 600 milioni di euro, attraverso la disdetta unilaterale, dal 1 febbraio, del contratto di secondo livello”. In migliaia provenienti da tutte le province siciliane hanno sfilato fino a piazza Indipendenza per chiedere un piano industriale che “si ponga l’obiettivo del rilancio della quinta azienda italiana che conta ancora oggi circa 50mila dipendenti”.
“Basta con i tagli degli stipendi – denuncia il sindacato -, da anni come lavoratori stanno contribuendo con le loro tasche, attraverso i contratti di solidarietà, al risanamento economico dell’azienda. Chiediamo al nuovo management di parlare di futuro aziendale, d’investimenti, di nuove tecnologie, di formazione e massima occupazione per tutti i lavoratori Tim”.