L’Italia punta sullo “spirito di Palermo” per imporre la “centralità del Mediterraneo”, un concetto da sempre sostenuto dal governo di Roma sia in sede comunitaria che euro-atlantica, anche all’interno dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce), l’organizzazione regionale più grande al mondo che il nostro Paese presiederà nel 2018: l’obiettivo è quello di “arginare la faglia dell’estremismo”, che rischia di inghiottire “libertà e diritti”, usando la cultura e la solidarietà “al posto delle armi”, partendo dai giovani con il programma Erasmus Mediterraneo.
Questo, in sintesi, il messaggio del ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Angelino Alfano, nel primo dei tre giorni di eventi internazionali che riuniscono a Palermo, capitale della cultura italiana per il 2018, più di 30 esponenti governativi e 300 delegati provenienti da oltre 60 paesi. Ad inaugurare i lavori a Palazzo dei Normanni è stato proprio il titolare della Farnesina con la presentazione del programma culturale “Italia, Culture, Mediterraneo” che il dicastero, attraverso la sua rete all’estero, realizzerà nel 2018 nei paesi dell’area del Medio Oriente e del Nord Africa (Mena). Una presentazione avvenuta, peraltro, alla vigilia della Conferenza Mediterranea dell’Osce, che l’Italia presiede 24 e 25 ottobre, al centro congressi dell’Hotel Villa Igiea di Palermo.
Alfano in conferenza stampa ha sottolineato che l’Italia può giocare un’ottima carta per la pace e la stabilità nel Mediterraneo, “mare nel quale si giocano i destini del mondo”, ospitando a Palermo la Conferenza Mediterranea dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa e al tempo stesso presiedendo l’Osce dal primo gennaio del 2018. “In questi giorni Palermo assume una centralità unica sul dibattito della sicurezza e della cooperazione nel Mediterraneo, perché con i suoi 57 stati membri l’Osce è la più grande organizzazione di sicurezza regionale del mondo: si estende su un’aerea che va da Vancouver a Vladivostok che riguarda oltre un miliardo di persone”, ha detto inoltre il capo della diplomazia italiana. “L’obiettivo è quello di rendere proprio qui in Sicilia più intenso il dialogo con i paesi della sponda sud del Mediterraneo, su sfide comuni prioritarie: dalla lotta al terrorismo alla crisi migratoria”, ha detto il ministro Alfano.
“Abbiamo voluto scegliere Palermo – ha aggiunto il titolare della Farnesina – per far sposare la dimensione culturale a quella della sicurezza tipicamente propria della cooperazione in Europa”. Grazia alla sua storia arricchita nei secoli da tutte le grandi civiltà del Mediterraneo, Palermo incarna uno “spirito che può essere una infusione straordinaria nella dimensione culturale dell’Osce”. Il capoluogo siciliano, ha detto da parte sua il sindaco Leoluca Orlando, “vive orgogliosamente” la dimensione dell’accoglienza ed è “convinta” dello “Ius soli. Oggi abbiamo il dovere di operare attraverso la cultura il dialogo e la dimensione del Mediterraneo”, ha detto ancora Orlando, sottolineando come Palermo intenda inviare “un vero messaggio di accoglienza, che è la vera garanzia della sicurezza”.
Alfano ha sottolineato che le due sponde del Mediterraneo sono “ancora troppo distanti sul piano della comprensione reciproca”. La cultura, dunque, diventa “l’investimento fondamentale per ridurre quella pericolosa faglia che si è aperta nel Mediterraneo, nella quale hanno proliferato fanatismo, violenza, terrorismo e, permettetemi di dirlo, anche il populismo”. Senza arginare questa faglia “con una buona dose di valori condivisi”, ha aggiunto Alfano, “si rischia di creare un abisso nel Mediterraneo nel quale finiranno per essere inghiottite convivenza civile, libertà e diritti”.
Investire nella cultura, nell’arte e nei giovani diventa allora essenziale per “togliere carburante agli estremisti” e difendere al tempo stesso la sicurezza di tutti, e in questo senso il programma Erasmus nel Mediterraneo svolgerà un ruolo fondamentale, ha detto ancora Alfano. “L’arte e la cultura sono le fortezze che ci difendono dal pensiero retrogrado del fanatismo”, ha detto il capo della diplomazia italiana. “L’idea di lanciare un Erasmus del Mediterraneo per farci conoscere meglio tra di noi mediterranei potrà essere forse un lascito, una “legacy” importante di questa conferenza per la sicurezza, che parlerà di cultura invece che di armi”, ha aggiunto Alfano.
Il Mediterraneo come mare “che unisce e non che divide”, ha aggiunto Alfano. “Noi presiediamo l’Osce e abbiamo voluto che nel parlare di sicurezza si parlasse anche di dialogo interculturale, e cioé del fatto che se non ci si odia e se ci si conosce meglio è più facile fare un’azione sulla sicurezza. Vogliamo dare un messaggio molto forte e chiaro. Si può realizzare sicurezza anche attraverso la cultura”, ha detto il ministro Alfano, che parlando a margine con i giornalisti ha sottolineando che il livello di attenzione dell’Italia è “molto alto” per quanto riguarda la possibilità che terroristi in fuga da Raqqa, ex capitale dello Stato islamico in Siria, possano imbarcarsi per l’Europa. “Noi abbiamo un sistema di controllo e di sicurezza che fin qui ha lavorato molto molto bene. E’ chiaro che su numeri grandi la questione è complicata, su numeri più ridotti la vicenda è più gestibile. Il nostro livello di attenzione su questo aspetto è molto alto”, ha detto Alfano. (NOVA)