Saverio Romano pensa di candidarsi a sindaco di Palermo

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Saverio Romano pensa di candidarsi a sindaco di Palermo. Romano, 51 anni, sposato, padre di tre figli, avvocato, deputato nazionale, nel marzo 2011 è stato nominato Ministro delle Politiche agricole nel quarto governo Berlusconi. Nato e cresciuto politicamente in quella che fu la Democrazia Cristiana, poi passa a Ccd, Udc, Popolari di Italia domani, Popolo delle Libertà, Forza Italia, fino ad approdare nel gruppo Ala di Denis Verdini, dove viene nominato coordinatore dei gruppi parlamentari. Adesso Saverio Romano è sempre più vicino alla candidatura a primo cittadino del capoluogo e, quindi, della Città metropolitana.

Onorevole Romano, ma davvero è disposto a candidarsi a sindaco di Palermo? La risposta non può essere un semplice sì o no e non si tratta di strategia o tattica, ma di metodo e di rispetto per la politica e per la partecipazione. Io sono interessato a un progetto di rilancio della città, che coinvolga e unisca il mondo del sapere e quello del fare, le idee vincenti di sviluppo dei nostri professionisti, le proposte che provengono dai think tank con la nostra migliore imprenditoria. Questo progetto, che mi sono intestato e che ha riscosso sin da subito un consenso pieno di entusiasmo, sono intenzionato a portarlo avanti sino in fondo, a quel punto sarà una conseguenza naturale individuare la personalità capace di interpretarlo. E’ un obiettivo ambizioso in cui credo e che testimonia il mio amore per questa città che mi ha dato tanto, da un punto di vista professionale e politico e che è la città dove vivo da sempre con la mia famiglia.

Che idea si è fatta dell’amministrazione comunale guidata da Leoluca Orlando? Non ho solo una idea, ma una constatazione oggettiva: Palermo è una città amministrata male e l’attuale sindaco, Leoluca Orlando, ha poche scusanti e tante responsabilità. Ha la sua bella esperienza di politico e amministratore, ma se stiamo ai fatti il bilancio della sua azione di governo è fallimentare. Bene, da dove partiamo? C’è solo l’imbarazzo della scelta: dalla mobilità ai trasporti urbani? Qualcuno può dirmi che nella nostra città è possibile muoversi con facilità? E del provvedimento farlocco della Ztl, prima emanato e poi ritirato? Cosa ha fatto Orlando su questo comparto a parte espletare progetti nati prima del suo arrivo? Vogliamo parlare di rifiuti e di raccolta differenziata, del centro città sporco e degradato, del problema sicurezza e dello stato di abbandono in cui versano le periferie palermitane, o delle aliquote comunali sempre più alte a fronte di servizi pessimi? Ecco, parliamo di questo confrontiamoci su questi temi e analizziamo l’operato di questa amministrazione.
Senta ma è vero che il segretario nazionale dell’Udc vorrebbe consegnarle il partito in Sicilia? La sua domanda legittima è anche una provocazione politica. No, Lorenzo Cesa, che conosco da tanti anni e nel cui partito abbiamo militato (Saverio Romano è stato segretario Udc Sicilia e primo degli eletti alle elezioni europee del 2009 con l’Udc, conseguendo 110 mila voti di preferenza, ndr) sta governando un partito in cui si registrano normali dinamiche sulla linea politica da seguire. Noi, insieme con Cesa, siamo interessati, a livello regionale in modo specifico, ma non solo, a ridare forza e consenso a un progetto politico centrista, nella consapevolezza che la stagione del bipolarismo è morta e che in un quadro politico in cui regna il populismo leghista modello Le Pen da una parte e la demagogia al potere del M5S dall’altra, sia necessario il coinvolgimento di quelle forze politiche che non si riconoscono nell’antipolitica e nel tanto peggio tanto meglio. Il nostro Paese si trova dinnanzi delle sfide sia sul fronte estero – terrorismo, fenomeno dei migranti, crisi della Ue – sia su quello interno, in economia e sulle riforme, che richiedono responsabilità e rispetto delle istituzioni. In questa prospettiva, sono convinto che possiamo rappresentare una risposta a quell’elettorato moderato che non va più a votare e che si allontana, sfiduciato, dalla politica.

Cantiere Popolare e Udc, anime diverse della vecchia Democrazia Cristiana, c’è possibilità di stare di nuovo tutti assieme per un grande partito di centro con gli alfaniani di Ncd? Credo che vi sia uno spazio in cui far convergere i nostri programmi e i nostri comuni valori politici. Noto che da più fronti si comincia ad avvertire questa esigenza che è legata al buon senso e alla voglia di buona politica. Io lavoro per questo obiettivo.

E’ noto a tutti il suo grande rapporto con l’ex governatore Totò Cuffaro, ma lei pensa davvero che ha chiuso con la politica, oppure è il suo grande consigliere? Il mio rapporto con Totò Cuffaro è di amicizia. Abbiamo condiviso percorsi di crescita umana e politica sin da ragazzi. Detto questo, sono convinto che il suo impegno politico diretto sia finito, ma intorno a lui c’è tanta gente che lo ama e che lo stima, consapevole che abbia pagato un prezzo altissimo, senza dimenticare che ha scontato con grande dignità la sua pena e che ora è impegnato in Africa con operazioni umanitarie. Cuffaro ha una dote che non tutti i politici hanno: carisma e generosità. Sono qualità che in tanti continuano ad apprezzare e a riconoscergli.

Siamo a un anno dalle elezioni regionali, qual è il giudizio sul governo Crocetta? Un giudizio sul governo Crocetta? La sua domanda presuppone che sui governi Crocetta e sulla capacità di governo di questo presidente della Sicilia si possa dare più di un giudizio. Crocetta e i suoi governi sono stati uno dei più grandi disastri per la nostra Regione. Stiamo parlando di una presidente della Regione politicamente inadeguato e incapace, che ha distrutto tutto ciò che ha toccato, dalla formazione al sistema dei rifiuti, dalle province con la sua riforma-farsa ai milioni dei fondi comunitari persi perché non spesi. E potrei continuare. Il Pd sta cercando in tutti i modi di far dimenticare di avere sostenuto Crocetta, ma si tratta di un esercizio pericoloso: come camminare sulla corda senza rete sotto. I siciliani non dimenticano.

In Sicilia il gruppo che oggi si riconosce nel suo Cantiere Popolare con chi si schiererà? Cantiere popolare, gruppo guidato all’Ars da Toto Cordaro, ha svolto la sua azione di opposizione a Crocetta, in modo coerente e senza tentennamenti. Cantiere popolare è direttamente impegnato in questo lavoro di sintesi con le forze di centrodestra per elaborare una alternativa credibile, sui contenuti e sui programmi.

Musumeci, Pogliese, un esterno alla politica che rappresenta la società civile, chi è il vostro candidato alla presidenza della Regione e quale profilo deve avere? Non ho mai creduto nei casting per l’individuazione di un candidato. Musumeci e Pogliese sono due politici che stimo. Resta il fatto che senza un progetto di governo e senza alleanze in grado di sostenerlo, non c’è candidato che tenga. Non sono cosi ingenuo da ignorare la forza di una biografia politica o le capacità comunicative, la preparazione di un candidato piuttosto che di un altro, ma la politica in cui credo è quella della concretezza e della serietà: agli elettori dobbiamo dire “voglio fare questo, con queste risorse e in questi tempi, e lo farò con questi alleati. Tutto il resto è gossip”.

A livello nazionale avete deciso mesi fa di andare con Ala di Verdini a sostenere dall’esterno Renzi, è una scelta che rifarebbe? Abbiamo voluto sostenere le ragioni di un processo riformatore che questo Paese non poteva più rimandare. Renzi è una risorsa politica da non sottovalutare. E’ riuscito a imprimere una accelerazione all’azione politica e a connotare la sua azione di governo nel segno delle riforme e del cambiamento. Questo gli deve essere riconosciuto. Alcuni dimenticano che all’indomani delle ultime elezioni politiche non vi era una maggioranza in grado di governare il Paese e che questa legislatura nasce con obiettivi prefissati. Il referendum rappresenta in tal senso un passaggio decisivo, e solo allora sarà possibile capire il quadro politico nazionale che al momento è alquanto confuso.

Al prossimo appuntamento con le elezioni nazionali con chi starete, centrodestra o centrosinistra?  Come ho detto prima, centrodestra e centrosinistra sono categorie superate. Almeno sullo scacchiere italiano. Cosi come il bipolarismo come lo abbiamo conosciuto e che lo rappresentava. Da un punto di vista culturale e politico crediamo in alcuni valori a cui ci ispiriamo. Personalmente la mia preoccupazione riguarda la crisi della democrazia, la scarsa partecipazione alla vita politica, l’agonia dei partiti, organismi previsti costituzionalmente e che non è possibile sostituire. L’illusione dell’antipolitica e le sirene della demagogia svaniranno presto e allora occorrerà ripartire dai fondamentali della buona politica.