Da ostaggio si salva dai fondamentalisti ma muore nel mare di Catania

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Ignazio Scaravilli nel momento della sua liberazione

Da ostaggio nelle mani degli islamisti libici Ignazio Scaravilli era riuscito a scampare alla morte, ma nel suo destino era scritto che la fine lo attendeva nel mare di Catania. 71 anni, chirurgo ortopedico, Scaravilli due anni fa aveva trascorso cinque mesi nelle mani di un gruppo fondamentalista. Ma ieri non è riuscito a salvarsi ed è morto trascinato in mare da un’onda anomala mentre era sugli scogli del porticciolo di San Giovanni Li Cuti a Catania.

La notizia è stata confermata dal fratello dell’uomo alla polizia di Stato, intervenuta sul posto, assieme ai vigili del fuoco e a personale della capitaneria di porto. Anche sul profilo Facebook di Ignazio Scaravilli il figlio ha postato la conferma della morte del padre: “Un saluto e un grazie a tutti, purtroppo la notizia che avete letto è vera”, ha scritto.

La tragedia è avvenuta nel tardo pomeriggio di ieri nel porticciolo che si trova nel capoluogo etneo. L’uomo, secondo una prima ricostruzione, era su una scaletta che porta in mare una violenta onda l’ha travolto trascinandolo in acqua. L’impatto con gli scogli di pietra lavica che caratterizzano il lungomare di Ognina gli ha procurato un esteso trauma facciale e cranico che ne ha causato il decesso. Inutili i soccorsi che sono arrivati immediati da parte di amici e parenti.

Ignazio Scarivilli era un appassionato del suo lavoro di chirurgo ortopedico specializzato in interventi sulla mano e riabilitazione e con la voglia di essere utile al mondo. Era partito, assieme ad altri tre colleghi siciliani, prima del Natale del 2014 per dare il proprio contributo all’ospedale di Dar Al Wafa, nella zona di Suq Talat. Dopo una ventina di giorni il sequestro e il periodo in cui è stato ostaggio dei fondamentalisti.

A segnalare la sua scomparsa erano stati altri medici e i suoi familiari di Catania, preoccupati per la mancanza di notizie. A rapirlo sarebbero state forze vicine allo stato islamico in Libia Era stato liberato il 9 giugno del 2015 con il concorso delle autorità di Tripoli e un lungo e sotterraneo lavoro della Farnesina e dei nostri servizi d’informazione (nella foto il suo arrivo a Ciampino dopo la liberazione un anno fa). Scaravilli aveva lavorato a lungo a Padova, dove aveva ancora casa in cui risiedeva con la moglie fin quando viveva nella città veneta. Nel 2014 era rientrato in Sicilia dopo avere prestato servizio per 35 anni al Centro traumatologico, oggi noto come ospedale Sant’Antonio.  I funerali di Ignazio Scaravilli saranno celebrati oggi alle 16.30 nella chiesa di Cristo Re.