I cento volti di un mito: Salvatore Requirez racconta la Targa Florio

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la copertina di Cento Volti di un mito - Targa Florio di Salvatore Requirez

I cento volti di un mito: Salvatore Requirez racconta la Targa Florio. Cos’è un mito? Quale reale significato si nasconde dietro questo termine di origine greca? Il mito di ieri è uguale al mito di oggi? Domande che sviluppano dimensioni difficili da decifrare soprattutto nel mondo contemporaneo.

Però se per mito si intende una narrazione legata a riti che hanno avuto un impatto fondamentale nella storia, nella vita, nelle esperienze di popolazioni e di territori e si sono ripetuti per un lungo periodo con ritmo quasi “sacrale”, tale da lasciare una traccia indelebile nei costumi e nel modo di vivere, allora ecco che associare il termine mito alla Targa Florio, la corsa automobilistica più antica del mondo, rappresenta esercizio di corretta fenomenologia linguistica.

Ed è questa la lettura che Salvatore Requirez, scrittore, studioso e appassionato della Targa, oltre che dirigente sanitario pubblico, ha voluto dare con il suo ultimo volume “Cento volti di un mito – Targa Florio” (Nuova Ipsa Editore) dato alle stampe in questo 2016 che ha visto festeggiare i 100 anni di vita della prestigiosa corsa automobilistica voluta da Vincenzo Florio. Festeggiamenti fra l’altro all’altezza della storia della “Cursa”, con un’edizione davvero speciale che ha coinvolto molti dei piloti che hanno fatto la storia della competizione, con in testa il nostro “Preside volante” Ninni Vaccarella.

Nel volume c’è la storia, c’è la cronaca, ci sono i duelli fra i piloti e le auto, Ferrari,Porsche, Alfa Romeo, Bugatti, Mercedes, Lancia, Maserati, che hanno fatto la storia dell’automobilismo, ma soprattutto c’è quel cordone ombelicale che ha legato e lega ancora la “madre corsa” con i suoi tanti figli, rappresentati dai territori in senso fisico e dai tanti appassionati che nell’arco di varie generazioni hanno sviluppato un forte senso di appartenenza alla gara.

L’identificazione Madonie-Targa c’è stata, c’è ancora e continuerà ad esserci, malgrado il passaggio alla formula rally nel 1978, abbia posto fine alla storica gara su strada che fra gli anni ’50 e ’60 ha vissuto probabilmente uno dei periodi più fulgidi.

La Targa Florio però, come ci racconta Requirez, non era solo una corsa automobilistica. I suoi leggendari protagonisti non erano dei semplici, seppur straordinari, piloti, ma erano attori di un evento di costume e sociale, nato sotto un’insegna elitaria, ma poi trasformatosi in evento più popolare, capace di accompagnare e incrementare, nel boom economico dopo la ripresa post bellica, l’uso dell’utilitaria che proprio da quell’avvenimento sportivo riuscì a trarne grande impulso.

Oltre alla grande valenza tecnico – sportiva, con le grandi marche che proprio alla Targa lanciavano o testavano nuove soluzioni motoristiche e di telaio, alle novità nelle comunicazioni, come il collegamento radio tra box e piloti, la Targa fece conoscere territori e paesi rimasti fino ad allora ai margini, favorendo migliorie nella viabilità e nei collegamenti.  Oltre a raccontare e descrivere con grande precisione anche tecnica, Requirez con questo volume (con allegato un interessante Dvd) vuole quindi ricordare a tutti noi che la Targa è un patrimonio che è nel nostro Dna, e quindi va sempre trattato non solo con il giusto rispetto che si deve alla storia ma anche con l’occhio del presente e del futuro. (Massimo Bellomo Ugdulena)