Agrigento: sugli abusi edilizi Patronaggio in Commissione Ambiente al Senato

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Edilizia, immobili demoliti e da demolire, pratiche pendenti  e necessità di snellire i procedimenti burocratici. Di questo e tanto altro ha parlato ieri il procuratore capo della Repubblica di Agrigento Luigi Patronaggio in audizione davanti alla Commissione Ambiente al Senato. Una lunga carrellata di argomenti che ha messo in evidenza la situazione travagliata che vive la provincia di Agrigento. Anche gli incendi sulle proprietà del sindaco di Licata, al centro della relazione di Patronaggio.

”Numeri drammatici”, secondo Patronaggio, quelli della  demolizione degli immobili in relazione alle pratiche pendenti: “Nell’ultimo triennio – ha detto Patronaggio – Agrigento ha demolito soltanto 6 immobili, Licata ne ha demoliti 15 – ed è un Comune virtuoso – Palma di Montechiaro ne ha demoliti solo 2. Per un totale di 23 demolizioni a fronte di 1.420 pratiche globalmente pendenti”.

Dalla relazione esposta è emerso che i comuni sono per legge competenti  per la demolizione degli immobili abusivi ma “hanno difficoltà di ordine burocratico e politico perché in alcune parti della Sicilia combattere l’abusivismo edilizio porta perdita di voti e consensi”. A tutto ciò si aggiungono anche le diverse istanze di sanatoria che rallentano le demolizioni  avendo come conseguenza quella di ingolfare gli uffici tecnici comunali con diverse pratiche.

“Agrigento – ha dichiarato Patronaggio – ha 12.376 istanze di sanatoria e/o condono pendenti e ne riesce a concludere circa 6mila. Palma di Montechiaro ne ha 10mila pendenti e ne riesce a concludere circa 3mila. Licata ne ha 11mila pendenti e ne conclude 8 mila, con un rapporto già più virtuoso. Favara ha 9 mila istanze pendenti e 4.500 concluse, Canicattì 6 mila pendenti e soltanto 4 mila concluse. Mentre Lampedusa, zona quasi tutta sottoposta a protezione ambientale e paesaggistica, ha 3 mila istanze pendenti e soltanto 300 concluse”.

Dalla relazione esposta in Commissione Ambiente del Senato è venuto fuori un altro importante ostacolo alle demolizioni degli immobili abusivi: la carenza di somme consistenti nei capitoli di bilancio all’interno dei comuni.

“Agrigento – ha affermato il procuratore capo della Repubblica – in passato metteva in bilancio 50 mila euro che erano sufficienti solo per poche demolizioni,ma sembrerebbe che nel nuovo progetto di bilancio questa somma salirà a 300 mila euro. Palma di Montechiaro ha previsto un aumento fino a 220 mila euro. Licata in questo senso è un caso virtuoso: uno dei pochi Comuni che fa demolizioni perché il commissario straordinario aveva posto in bilancio 300 mila euro e di fronte a una somma così consistente il sindaco non può non procedere anche perché ha alle spalle il fiato pesante della Procura”.

Non solo poche somme in bilancio destinate alle demolizioni, ma anche mancata applicazione di sanzioni per gli abusi edilizi da parte di due comuni: Lampedusa e Canicattì. Solamente Palma di Montechiaro, Favara e Licata stanno sanzionando per recuperare le somme previste per chi non demolisce immobili abusivi a seguito dell’ingiunzione a demolire.

C’è poi anche la questione relativa ai ricorsi rigettati avverso le ordinanze di demolizione. A Licata, tutti questi ricorsi sono stati rigettati. Patronaggio ha spiegato che quando un soggetto viene condannato per reati di abusivismo edilizio e la sentenza impone la demolizione dell’immobile e passa in giudicato “l’unico rimedio è adire al giudice dell’esecuzione per evitare la demolizione”. Dunque, chi ha commesso l’abuso “può cercare di aggirare l’ostacolo magistratura penale affidandosi alla magistratura amministrativa impugnando davanti al Tar tutti i provvedimenti amministrativi che vengono notificati”.

Altro aspetto analizzato è stato quello relativo all’ordine delle demolizioni. In questo caso, “la Procura di Agrigento trasmette in ordine cronologico ai Comuni tutte le sentenze che passano in giudicato”. Da questo momento in poi è il comune  che deve stabilire la priorità nelle procedure di demolizione. Però, secondo Patronaggio, il rispetto dell’ordine cronologico potrebbe anche non essere quello idoneo:  “dove c’è discrezione-dice-ovviamente si può annidare l’abuso. Non voglio dire che non lo rispettano perché commettono abusi, probabilmente hanno esigenze tecniche da rispettare”.

In Commissione Ambiente non è passato in secondo piano il caso dei  due incendi ai beni del sindaco di Licata Angelo Cambiano. Il primo è quello avvenuto lo scorso mese di maggio su una casa intestata al padre del sindaco e per il quale Patronaggio ha dichiarato che si è riusciti ad arrestare il responsabile grazie all’attività investigativa dei carabinieri. Il secondo incendio è quello relativo allo scorso ottobre su una casa di proprietà di Cambiano e per il quale sono ancora in corso delle indagini.

”Ho ascoltato direttamente il sindaco – ha detto Patronaggio – e la matrice sembra essere quella del malcontento popolare fomentato molte volte ad arte, che crea nella mente di chi proviene da ambienti non sani reazioni di questo tipo”. (sofia dinolfo)