Arcivescovo Lorefice un anno dopo: “Poveri al centro. Politica agisca”

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Un “amore a prima vista”. Traguardato il primo anno di insediamento come arcivescovo di Palermo, il 5 dicembre, afferma di sentirsi pienamente parte di questa citta’, di cui ha imparato a conoscere le grandi potenzialita’, ma anche i limiti e le fragilita’.

Don Corrado Lorefice, il parroco-vescovo, umile e sapiente prete che che Papa Francesco ha voluto come pastore di una diocesi complessa e importante come quella palermitana, ha portato un vento di cambiamento e di semplicita’ nelle relazioni che tutti gli riconoscono. Un anno vissuto intensamente, che sara’ celebrato sabato alle 18, in cattedrale, nel corso di una celebrazione eucaristica. Si farà memoria anche di una figura storica, forte e significativa, quella del cardinale Salvatore Pappalardo, coscienza vibrante della citta’, unica voce riconosciuta e riconoscibile negli anni terribili del terrore mafioso. La comunità lo ricorderà nel decimo anniversario della sua morte.

“Al mio arrivo a Palermo – ricorda Lorefice – ho sentito subito che questo è il luogo e questa è la gente a cui posso donarmi. Ho percepito anche questa accoglienza bella nella reciprocita’. Ai palermitani è accaduto di vedere nascere il proprio vescovo. Credo che il Signore mi abbia ispirato nello scegliere come luogo di ordinazione lo stesso in cui avrei svolto il mio ministero. Poi penso alla mia prima messa da vescovo all’Ucciardone, all’accoglienza dei migranti al porto, agli incontri con la gente nelle parrocchie, ma anche a tanto lavoro svolto nel silenzio per tentare di dare risposte problemi enormi come il bisogno della casa e del lavoro. Dentro di me non ci sono solo ricordi, ma incontri che sempre di piu’ chiedono coinvolgimento. Mi sento veramente coinvolto, nelle gioie della mia gente ma anche nelle fatiche”.