Armao: “Le scelte del governo centrale hanno penalizzato il Sud e la Sicilia”

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“La questione meridionale esiste, lo ha ribadito nel suo discorso di fine anno anche il capo dello Stato. Il divario Nord-Sud è intollerabile e va risolto per rendere più competitivo il Paese”. Né è convinto il vice presidente della Regione siciliana e assessore all’Economia, Gaetano Armao, che durante una diretta Facebook per presentare l’andamento dell’economia nell’Isola ha spiegato che “con il +0,6 per cento annuo che manca da 10 anni e che sarebbe generato dal rispetto della quota del 34 per cento di investimenti che lo Stato dovrebbe realizzare nel Sud, la Sicilia avrebbe recuperato la metà di quello che ha perso dopo la crisi del 2008, ovvero 13 punti. Questo significherebbe almeno cinque miliardi in più di Pil per la Regione”.

Questo dimostra che la condizione dell’Isola non è legata a “un destino cinico e baro”, ma ad alcune “scelte che sono state fatte a livello centrale che hanno penalizzato il Sud e sono state stigmatizzate dal Fmi per il quale siamo il Paese con il divario più antico e ampio che c’è al mondo, e dalla Commissione Europea che dice allo Stato ‘non fai abbastanza per il Sud. Questo è abbastanza emblematico”. Per il vice presidente della Regione siciliana la regione ha “le capacità, le competenze e la storia per reagire. Ci vuole determinazione, coraggio e una grande, chiara intesa con lo Stato che contiamo di chiudere entro febbraio”.

“Le previsioni della Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza regionale 2020-22 evidenziano che nel 2020 ci sarà una crescita di +0,1 per cento, le stime migliorano decisamente per il 2021-22 prevedendo un progresso di +0,6 per anno. La tendenza si sta invertendo e si prepara la ripresa”. Ne è convinto il vice presidente della Regione siciliana e assessore all’Economia, Gaetano Armao, secondo il quale “il compito della Regione è quello di sostenere questo percorso a partire da serie politiche di risanamento del bilancio, portate avanti con determinazione in questi due anni (34 provvedimenti finanziari adottati) e dopo serrati negoziati con lo Stato, al pieno impiego delle risorse europee, confermato dal raggiungimento del target nel 2019, al sostegno a imprese e credito, alla semplificazione dell’amministrazione, all’attrazione degli investimenti. Mentre diminuisce il debito (-700 milioni di euro), i dipendenti e gli enti regionali”.

“Abbiamo abbassato la media dei dipendenti pubblici, che prima vedeva la Sicilia distaccare le altre regioni, anche se qui una buona parte di questi dipendenti svolge funzioni dello Stato. Oggi la dotazione è in linea con quella italiana, siamo nella media nazionale e in alcuni casi anche sotto. La favoletta che qualche giornalista televisivo continua a raccontare, ossia della Sicilia come paese di Bengodi per i dipendenti pubblici, non è vera. Stiamo riducendo anche gli enti pubblici, che significa meno Cda, meno direttori generali e meno capi degli uffici”, ha spiegato Gaetano Armao.

E tra gli indicatori positivi che “si possono già intravedere”, l’assessore Armao indica “le tendenze positive del turismo, l’incremento deciso delle start-up, una lieve crescita dell’occupazione, i primi progressi del settore delle costruzioni connessi alla crescita degli appalti dell’amministrazione regionale e locale. Anche il digitale segna progressi significativi: per il secondo anno consecutivo la Sicilia è la prima Regione italiana per crescita di banda larga ed ultra-larga e nel 2022 sarà l’area più digitalizzata d’Europa”.

Nel breve termine dovrà essere concluso il negoziato finanziario con lo Stato, già avviato a metà del 2018, per il riconoscimento dell’attuazione delle previsioni statutarie “partendo dai livelli essenziali delle prestazioni e non dalla formale lettura della spesa storica con una rigida partecipazione alle entrate che prescinda dal costo delle funzioni e dei servizi, consentendo ai siciliani il riscatto tramite l’autonomia. Ma occorre – lo ha più volte richiesto il presidente Musumeci, – un deciso rilancio degli investimenti di parte statale – conclude Armao -, uno straordinario programma che accorci decisamente i tempi e irrobustisca la ripresa, ribaltando le dinamiche recessive dell’ultimo decennio che hanno impoverito la Sicilia, imposto a tanti giovani di lasciare le loro famiglie, svalutato il valore degli immobili, svuotato le aree interne e montane”.

“Oggi in Sicilia iniziano gli sconti. Ma la Sicilia non può fare più sconti allo Stato. Non possiamo piu’ essere donatori di sangue allo Stato”, ha detto l’assessore all’Economia e vicepresidente della Regione, Gaetano Armao, nel corso di un diretta su Facebook per presentare i conti della Regione siciliana e parlando del riconoscimento delle prerogative dello Statuto. “Bisogna concludere il negoziato con lo Stato per riconoscere i diritti dei siciliani. Nessun privilegio, nessuna zona franca ma il riconoscimento dei diritti”, ha aggiunto. “Il 14 gennaio saremo in Corte Costituzionale a difendere la questione dei Lea, ancora oggi la sanità siciliana riceve meno in media di altre regioni – ha sottolineato -. Non e’ corretto, giusto e compatibile. Dobbiamo rivendicare il riscatto della Sicilia”.