Tutto rimandato a sabato, quando ci sarà la terza votazione. E’ mancato un voto a Gianfranco Miccichè per diventare il nuovo presidente dell’Assemblea regionale siciliana: ne servivano 36 e ne ha conquistato soltanto 35 su 58 presenti.
Dopo la fumata nera della prima votazione in cui Miccichè, commissario di Forza Italia in Sicilia, si era fermato a 33 voti, la maggioranza ci ha riprovato ma senza ottenere il successo sperato. Nella prima votazione ci sono stati 2 franchi tiratori. Assente alle votazioni nella maggioranza il deputato Giuseppe Gennuso che ha avuto un gravissimo lutto in famiglia.
Tra la prima e la seconda votazione, sono filtrate delle indiscrezioni secondo le quali ci sarebbe stato un accordo tra Forza Italia e il Partito democratico per portare sullo scranno più alto di Sala d’Ercole Miccichè. L’area renziana del partito avrebbe votato per Miccichè in cambio di due posti nell’ufficio di presidenza della Ars. Lo stesso i due deputati della area di Cardinale, Nicola D’Agostino ed Edy Tamajo. Ma a smentire le indiscrezioni prima della seconda votazione è stato lo stesso Miccichè nei corridoi dell’Ars che interrogato dai cronisti ha detto: “Nessun accordo con il Pd”.
Rispetto al primo turno quando non aveva risposto alla chiama allineandosi alla strategia del Pd, i deputati Nicola D’Agostino ed Edy Tamajo di Sicilia futura hanno votato alla seconda tornata per l’elezione del presidente dell’Ars. “Stiamo votando per il presidente dell’Ars. Abbiamo ritenuto doveroso farlo. Non ci sono stati accordi, né riunioni con la maggioranza”, ha detto il deputato D’Agostino che con Tamajo ha deciso di votare per Gianfranco Miccichè. Il gruppo del Pd in modo compatto non ha invece votato. Le due preferenze hanno consentito al leader azzurro di raggiungere quota 35.
La seduta per una nuova votazione è stata aggiornata a sabato, alle ore 11, e il presidente dell’Ars sarà eletto a maggioranza assoluta dei voti, se nessuno avrà ottenuto la maggioranza, i due candidati più votati andranno al ballottaggio e sarà eletto chi otterrà la maggioranza delle preferenze.