Autonomia differenziata, Nello Musumeci mette in guardia il governo Conte: “Non è una faccenda che riguarda soltanto il Nord”.
Il presidente della Regione siciliana, intervenuto a “Centocitta”, su Rai Radiouno ha affrontato il tema della riforma tanto cara alla Lega e al M5S ma che rischia di allargare il divario tra l’Italia del Nord e il Mezzogiorno.
“L’autonomia differenziata non è limitata solo al triangolo del Nord, perché gli effetti si avranno su tutte le regioni. Ho chiesto al presidente Conte di fare quel che avrebbe dovuto fare da un pezzo: convocare tutti i governatori. E’ una a vicenda circondata da una sorta di mistero, questo progetto è un oggetto misterioso… – dice Musumeci a Radiouno-. Nessun pregiudizio, ma l’Italia deve essere comunità coesa e solidale e se questo regionalismo differenziato dovesse rendere più ricco chi è già ricco e più povero chi è già povero, non sarebbe un avanzamento”.
Il governatore insiste: “Non siamo contrari, siamo autonomisti da 73 anni: questa autonomia è stata spesso utilizzata male, ma adesso la classe dirigente è cambiata. Il problema è capire che fine fanno il fondo di solidarietà, il fondo perequativo, nonché il fondo per le infrastrutture rispetto al quale le regioni del Sud hanno subito un contrazione del 6-8 per cento”.
Musumeci approfondisce l’analisi sulle ipotetiche conseguenze dell’autonomia differenziata : “Un Nord in crescita e un Sud arretrato condanna l’Italia all’immobilismo. Senza un Sud competitivo, il Paese non va da nessuna parte”.
Per il presidente della regione “serve un piano speciale per il Sud. Lo Stato ci stia di più col fiato sul collo, ma servono, ad esempio, alcune deroghe sulle procedure per gli appalti: da quando penso all’opera a quando apro il cantiere possono passare anche 3-4 anni, tempi biblici… Si chieda all’Ue di derogare alle procedure per eliminare lacci e lacciuoli e si consenta uno sviluppo di tutto il Paese, coinvolgendo in questa fase tutte le Regioni” – conclude.