Bagheria: nella vecchia torre Ferrante nasce Limu il ristorante di Nino Ferreri

Il nuovo inizio dello chef originario di Trabia, dopo le tante esperienze maturate fuori dalla Sicilia e poi da executive chef a Villa Athena di Agrigento. L'inaugurazione martedì 14 settembre

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Antonino Ferreri, 32 anni, per gli amici Nino, giovane chef nato a Trabia, in provincia di Palermo, scommette sulla Sicilia ed in particolare a Bagheria, con una nuova idea, il ristorante LIMU che aprirà i battenti il prossimo 14 settembre.

Da Porto Cervo, alla Val Gardena, da Milano alla Svizzera sempre al fianco di chet stellati. Poi la decisione di accettare l’allettante proposta di diventare l’executive chef dell’Hotel Villa Athena di Agrigento. Infine, quello che si può considerare il ritorno a casa a Bagheria, proprio a pochissimi chilometri da Trabia, la sua casa.

E proprio a Trabia, Nino matura la sua passione per la cucina in adolescenza, grazie anche ad una famiglia attenta alla grande tradizione siciliana, un luogo dove si riscopre ogni giorno il gusto di vivere il cibo come esperienza condivisa.

Se l’amore per la buona tavola è un valore familiare a casa Ferreri, il giovane Nino prende subito consapevolezza della sua passione per la cucina, fino a farla divenire una professione. Da qui inizia un percorso professionale in importanti ristoranti italiani ed esteri dove, oltre a imparare la tecnica, accresce la propria anima gourmet, toccando con mano la straordinaria varietà delle materie prime, la biodiversità oltre che la grande tradizione regionale italiana e d’oltralpe.

Nelle cucine de I Frati Rossi Ristorante di Porto Cervo, infatti, Ferreri muove i primo passi tra i fornelli trasformando una passione in un mestiere: lavora la materia prima, ne apprezza varietà e freschezza, studia e approfondisce peculiarità e versatilità di ogni prodotto. A scandire la prima parte della sua carriera professionale sono le tappe in Belgio e poi a Milano Marittima, nelle cucine del Palace Hotel a fianco degli chef Mario Beccari e Roberto Scarpelli, dove incontra colui che tutt’ora reputa il suo grande mentore, Felix Lo Basso. Il suo percorso continua e lo conduce in Val Gardena, a Milano e poi in Svizzera.

Proprio a Selva in Val Gardena, a fianco di Felix Lo Basso, ricopre tutte le posizioni in brigata, da commis alle colazioni a capo partita nell’Hotel Alpenroyal, dove rimane entusiasta ed impegnato per sei stagioni.

“Felix mi ha trasmesso il rispetto per la materia prima, per le cotture e le preparazioni. Mi ha dimostrato che si può stare a capo di una brigata facendosi rispettare, senza esserne il capo ma il punto di riferimento, mi ha insegnato a sostenere tante ore di lavoro con passione, simpatia e l’esuberanza che lo contraddistinguono”, ricorda Nino con affetto.

Terminata questa esperienza, affascinato dalla cucina francese, Nino Ferreri ha prestato servizio per due anni nel ristorante stellato La Table d’Adrien a Verbier, nella Svizzera Francese, all’interno dell’Hotel Chalet d’Adrien, esperienza quest’ultima che ha lasciato una traccia indelebile nel cuore professionale di Nino, lavorando su una cucina con basi francesi e influenze italiane. Un connubio di tecnica e prodotto a suo avviso imprescindibile quello tra Francia e Italia, ma ad interrompere l’esperienza francese arriva la telefonata del suo mentore Felix, che nel frattempo si era spostato a Milano al ristorante Unico, dove Nino Ferreri è chiamato a ricoprire il ruolo di sous Chef.

Il giovane di Trabia, a soli 25 anni, diventa il braccio destro dello chef di un ristorante stellato, in una città come Milano, nell’anno dell’Expo 2015, in una brigata di ragazzi dotati di grandi capacità e qualità umane e grazie a questo ambiente riesce a ricomporre il puzzle del suo percorso tecnico professionale in un’unica filosofia di cucina tanto personale quanto ispirata al lavoro svolto in brigata. Il periodo compreso tra il 2015 e il 2019 è quello più intenso, quattro anni ricchi di sacrifici e di soddisfazioni, “…è il periodo più bello che ricordo, sono stati gli anni che mi hanno fatto crescere come uomo e come cuoco”, dice Nino.

Dopo questi anni passati nella città più cool d’Italia, Nino Ferreri viene richiamato nella sua terra, la Sicilia, dove coglie l’occasione di diventare l’executive chef dell’Hotel Villa Athena di Agrigento dove il suo progetto di ristorazione non solo si consolida ma si sviluppa in una filosofia di cucina legata alla materia prima e alla qualità come sinonimi di una cucina contemporanea votata alla ricerca in continuo attraverso le quattro T della cucina di Nino tradizione, territorio, tecnica e talento.

LIMU in una vecchia torre di guardia. Aprire un ristorante non è un punto d’arrivo, ma un nuovo inizio, una nuova vita che oggi vede il giovane Nino Ferreri impegnato non solo come cuoco ma anche come imprenditore. Il ristorante progettato e realizzato in uno dei luoghi storici più affascinanti della città di Bagheria, a pochi metri dall’ Arco della Santissima Trinità o Arco del Padre Eterno, recupera il fascino della Torre Ferrante, costruzione risalente al 1565, e una delle sette che nel ‘500 servivano a difendere il territorio cittadino. Proprio qui, Andrea Cuffaro, patriota italiano, nel 1860, a seguito di precedenti scontri tra la popolazione bagherese e le truppe borboniche, aprì il fuoco sui soldati invasori dalla Torre Ferrante dove peraltro abitava. A renderlo un luogo speciale oltre che la storia è la presenza del tufo di Aspra tipico dell’edificio storico che si sposa perfettamente con il concept elegante e sobrio degli arredi voluto dallo chef; in una sala a volte un vecchio camino funge da cantinetta e un terrazzo al secondo piano regala una vista unica sull’Arco della Santissima Trinità.

Il nome, LIMU, è stato scelto sia come frutto per eccellenza della Trinacria nonché uno degli alimenti più amati dallo chef stesso. Il termine deriva dal persiano e rappresenta parte del retaggio storico di questa terra di conquista che nei secoli è passata dal dominio greco a quello arabo e normanno. Passione, professionalità ed entusiasmo sono le doti che meglio rappresentano il nuovo team di questo progetto di ristorazione. In cucina troviamo, Lorenzo Brancaleon giovanissimo sous chef che vanta esperienze in brigate come quella dello chef Paul Andrias Ziska del ristorante bistellato Koks, di Massimo Bottura del tre stelle Michelin Osteria Francescana e del ristorante stellato Amelia.

La sala e la cantina sono invece il dominio di Giandomenico Gambino, 31 anni, con un curriculum di esperienze nel settore della ristorazione stellata milanese e degli eventi in Sicilia. Ad accogliere i clienti un oste d’eccezione la padrona di casa oltre che moglie di Nino, Maria Grazia.

La Cucina di LIMU. Fresca, concreta e rispettosa della materia prima. Una cucina sobria sia come numero di ingredienti sia nella tecnica di lavorazione dei prodotti selezionati. Uno stile essenziale ma ricco di contenuti dove le materie prime vengono lavorate e i piatti progettati rispettando la massima capacità di espressione del gusto dei singoli ingredienti, e se ciò significa essere poco innovativi non è importante: l’obiettivo unico della cucina dello chef Nino Ferreri è esaltare il meglio che la natura offre. Questa è la vera anima di Limu, che per i piatti s’ispira alla Sicilia, terra fertile e generosa e che nella realizzazione ricerca l’estrazione del “gusto vero”. “L’ispirazione nasce da frammenti di vita vissuta, da luoghi che ci fanno emozionare e da ricordi rimasti indelebili nella memoria”. Il menù, rigorosamente stagionale, viene cambiato ogni due mesi, fatta eccezione per alcuni piatti “signature” che ruotano in carta in base ai periodi ma si ripetono, come le Reginette al ragù di moscardino e spuma di ricotta, lo Sgombro in crosta di sale nero, la Zucca
in agrodolce, salsa vino bianco e rosmarino e la Capra girgentana tra i dessert.

La carta propone piatti a base di prodotti locali con una forte attenzione alla selezione di piccoli fornitori artigianali e alla provenienza degli stessi da filiere controllate e sostenibili. Il pesce di Porticello o di Aspra, le verdure degli orti dei piccoli agricoltori di Bagheria, la cacciagione delle Madonie o i latticini delle colline intorno a Palermo.

Tre sono i menù degustazione di 5, 7 e 9 portate, con una proposta a la carte divisa tra 4
antipasti, 4 primi, 4 secondi e 4 dessert. La carta dei vini presenta una selezione di etichette siciliane oltre che una proposta di vini nazionali ed esteri sempre in divenire grazie ad un lavoro attento sulla cantina.

LIMU Ristorante, via Ciro Scianna, 177 a Bagheria è aperto a pranzo 12.30 – 14.30; a cena 19.30 – 22.30. Info Tel. 0916496288 – info@limurestaurant.it
www.limurestaurant.it