Nicola Lombardo, il benzinaio di 44 anni ucciso sabato scorso a Palermo, potrebbe essere rimasto vittima di una vendetta per motivi di lavoro. E’ un’altra delle ipotesi che sta prendendo piede tra gli investigatori della Squadra Mobile.
Sembra infatti che Lombardo volesse rilevare il distributore di piazza Lolli, di proprietà di Salvatore Nangano, nel quale era impiegato. E’ quanto emerge dalle indagini. Lombardo per circa tre anni ha lavorato all’Ip del proprio cognato Atanasio Sarullo, in piazza Sant’Erasmo, poi all’Ip di via Cataldo Parisio e infine alla Esso di piazza Lolli.
Salvatore Nangano – gestore dell’impianto e fratello di Franco, ucciso il 16 febbraio 2013 – pare avesse deciso di lasciare la pompa di benzina proprio a Lombardo. Nangano, tra le varie attività, ne aveva intrapresa una nuova e pare che avesse acquistato la licenza di un lido balneare a Balestrate, in
provincia di Palermo.
Il fatto che Lombardo intendesse rilevare l’attività potrebbe essere il movente dell’omicidio: probabilmente aveva un concorrente, qualcuno che potesse sentirsi scavalcato e che abbia voluto vendicarsi uccidendolo e simulando una rapina. Gli investigatori stanno analizzando minuziosamente le riprese delle telecamere di videosorveglianza della zona, alcune delle quali hanno immortalato la targa della Fiat Punto grigio scuro utilizzata dai due killer.