Con l’accusa di sfruttamento del lavoro minorile, otto persone risultano indagate a Borgetto. Secondo quanto accertato dall’indagine, condotta dalla sezione di polizia giudiziaria in servizio alla Procura presso il Tribunale per i Minorenni di Palermo, i ragazzi stranieri non accompagnati, venivano costretti a lavorare nei campi o nei ristoranti e pagati circa 12 euro al giorno, dai responsabili della comunità “New River” di Borgetto, di cui erano ospiti.
La struttura è gestita dalla cooperativa sociale EsseQuadro di Firenze ed è rappresentata e amministrata da Andrea Meli, che risulta tra gli indagati. Gli episodi di sfruttamento dei giovani in difficoltà, è stata verificata da intercettazioni telefoniche e confermata dalle testimonianze delle stesse vittime.
Un giovane nigeriano ha raccontato di essere stato impiegato alla pizzeria La Sorgente, gestita da Vincenzo Alduina e da Maria Teresa Lombardo, genero e figlia di Antonino Lombardo, il titolare dell’immobile in cui si trova la New River, percependo una paga di 50/60 euro a settimana, a fronte dei 1.200 euro al mese previsti dal contratto nazionale. Uno dei ragazzi, durante il lavoro, ha pure subito una grave ustione alla mano ma, soltanto dopo tempo, e dietro minaccia di non dire come si era ferito, è stato accompagnato al pronto soccorso. Francesco e Pietro Lo Baido e Giuseppe Di Bella, imprenditori agricoli di Partinico e Borgetto invece – secondo l’accusa – reclutavano i minori e li impiegavano in un duro lavoro agricolo nelle loro tenute dando loro 12 euro al giorno.
Tra gli indagati anche Giuseppe Criminisi, psicologo e responsabile della New River, che ha permesso la frequentazione della struttura da parte degli imprenditori che sceglievano i ragazzi da impiegare nelle loro attività. Le misure interdittive sono state firmate dal gip Guglielmo Nicastro.
La polizia inoltre, ha notificato agli otto indagati la misura dell’interdizione dall’esercizio di attività nel settore alberghiero, della ristorazione dell’agricoltura e dell’accoglienza dei minori.
I controlli hanno anche evidenziato che, all’interno della comunità scarseggiavano sia il cibo che l’acqua e che le condizioni igienico-sanitarie erano oltremodo carenti. I ragazzi nel frattempo sono stati tutti trasferiti altrove, mentre l’indagine prosegue anche per acclarare eventuali irregolarità in una casa famiglia collegata agli indagati.
Intanto l’avvocato Ilenia Bacchi, legale di Pietro e Francesco Lo Baido e di Giuseppe Di Bella, ha diffuso una nota in cui si sostiene che: “relativamente all’informazione di garanzia ricevuta, i tre dichiarano di essere totalmente estranei ai fatti contestati e precisano, altresì, di non avere mai sfruttato il lavoro altrui, né tantomeno quello minorile.