Casa di riposo lager a Palermo, quattro persone arrestate per maltrattamenti, lesioni personali e violazioni in materia di tutela della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro.
Il gip del capoluogo ha emesso un’ordinanza di arresti domiciliari per un amministratore e tre dipendenti della onlus “I nonnini di Enza”, accusati di aver maltrattato gli anziani ospiti della casa di riposo. Le persone arrestate dalla Guardia di finanza sono i fratelli Maria Grazia, Carmelina e Mariano Ingrassia, dipendenti della onlus, e l’amministratrice Vincenza Alfano.
Con lo stesso provvedimento, il giudice ha disposto il sequestro preventivo della onlus che è stata affidata ad un amministratore giudiziario nominato dal tribunale per assicurare la prosecuzione dell’attività con personale qualificato nell’interesse e per la salvaguardia degli ospiti.
A denunciare le violenze è stato un ospite della casa di riposo. Le indagini dei finanzieri del nucleo di polizia economico – finanziaria di Palermo, diretto dal colonnello Gianluca Angelini, si sono sviluppate attraverso intercettazioni che hanno consentito di documentare episodi di maltrattamento, fisico e psicologico degli anziani. In meno di due mesi sono state, infatti, registrate decine di episodi di vessazioni e angherie attuate sistematicamente a danno degli ospiti, costretti a vivere in uno stato di costante soggezione e paura.
“Ti prendo a bastonate, t’ammazzo a legnate”, “cosa inutile, prostituta… devi buttare il sangue qua e devi morire”, “tanto se muori che mi interessa”, sono solo alcune delle frasi rivolte agli ospiti della struttura, che venivano presi a calci, schiaffi, strattonati e minacciati perché stessero seduti. Lo stesso gip nel provvedimento sottolinea che “il ricorso a forme di violenza fisica e morale da parte degli indagati non ha assunto carattere episodico ma costituisce espressione di un consolidato modus operandi contrassegnato dal sistematico ricorso a forme di prevaricazione e sopraffazione nei confronti degli anziani ospiti, spinti fino ad atti di vile aggressione alla loro sfera di integrità fisica, oltre al loro patrimonio morale”.
I titolari della struttura, inoltre, dovranno rispondere del mancato rispetto delle prescrizioni dettate dalla normativa in materia di prevenzione del rischio di contagio da Covid-19 e di specifici reati in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro perché, come emerso nel corso delle indagini, i dipendenti della casa di riposo non facevano uso dei dispositivi individuali di protezione, pur entrando a contatto stretto in un luogo chiuso con soggetti anziani, particolarmente fragili.