Il sindaco di Casteldaccia Giovanni Di Giacinto è stato prosciolto, perché il fatto non sussiste, dall’accusa di corruzione propria, che gli era costata nel 2019 l’arresto e una lunga sospensione dalla carica di primo cittadino del paese a dieci chilometri da Palermo.
Di Giacinto era tornato in carica pochi giorni fa, dopo la revoca del divieto di dimora nel territorio del suo Comune. Il non luogo a procedere è stato pronunciato anche nei confronti di Maria Marilena Tomasello, assessore comunale, il vicesindaco Giuseppe Montesanto e poi Antonino Amato, Valentina Tomasello, Marianna Rosalia Cirone e Pietro Guzzo.
Il Gup Valeria Gioeli, del tribunale di Termini Imerese, ha invece rinviato a giudizio i funzionari amministrativi del Comune Rosalba Buglino, Salvatore Merlino, Giovanni Corrao e Giuseppe Montesanto: i primi tre rispondono di una serie di episodi di corruzione e falso attinenti alla concessione edilizia in sanatoria, rilasciata a una donna, Rosa Randazzo, in violazione di una serie di norme e con diverse forzature. Per Montesanto la contestazione riguardava un altro episodio, relativo sempre ad abusi edilizi.
Il processo si aprirà davanti al Tribunale termitano il 6 ottobre prossimo. Buglino e Merlino sono stati prosciolti da altre contestazioni simili. Di Giacinto rispondeva invece di corruzione per i presunti favori fatti a una cooperativa, la Luna Nuova, che doveva occuparsi di assistenza alle donne vittime di violenza e che ottenne l’affidamento di un servizio da parte dell’amministrazione Di Giacinto.
Un’altra contestazione era invece relativa all’affidamento e alla successiva proroga per tre mesi del servizio di raccolta dei rifiuti differenziati, in cambio di assunzioni di dipendenti da parte della ditta Fisma, a cui sarebbe stato pure assegnato un compenso aggiuntivo di 2500 euro per l’utilizzo della piattaforma ambientale della stessa azienda. Alla prova dell’udienza preliminare però le accuse non hanno retto. Il giudice, nonostante la richiesta di rinvio a giudizio, ha accolto le tesi dei difensori, tra cui ci sono gli avvocati Salvatore Sansone, Nino Zanghì, Pietro Siragusa, Massimo Solaro, Salvatore Gambino. (Agi)