Catania: dopo il terremoto della scorsa notte proseguono le verifiche strutturali

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Dopo il sisma della scorsa notte, di magnitudo 4.8 localizzato a 1,9 chilometri a sud di Santa Maria di Licodia, la gente è ancora molto spaventata, specialmente con l’arrivo della sera, per il timore che possano verificarsi nuove scosse.

Le stazioni della Rete Sismica dell’Ingv, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Osservatorio Etneo hanno registrato il primo terremoto alle 2,34 ad una profondità di 9 chilometri, cui ha fatto una seconda scossa di magnitudo 2.5 un minuto prima delle 3. In precedenza altri due movimenti tellurici, ma di leggera intensità, avevano interessato i dintorni di Bronte.

Tanti i cittadini che sono scesi in strada terrorizzati, specialmente nelle zone di Catania, Misterbianco, Paternó, Biancavilla, Bronte, Trecastagni, Acireale, Sant’Agata Li Battiati, Tremestieri Etneo, Gravina, Pedara e Viagrande. In molti ha preferito restare in auto fino alle prime luci dell’alba.

Il sisma che fortunatamente non ha causato vittime, ma solo alcuni ricoveri per persone in stato di choc, ha però provocato il crollo dei cornicioni di una chiesa di Santa Maria di Licodia e di Palazzo Ardizzone, ex sede del municipio, nonché di antiche case rurali ma non, secondo gli accertamenti dei vigili del fuoco, danni strutturali. Adrano e Biancavilla i paesi maggiormente interessati e anche qui sono state registrate cadute di cornicioni. La Protezione civile locale ha provveduto a transennare le zone che si ritiene possano essere a rischio. Il sisma, avvertito a Catania e in tutta la provincia, è stato sentito anche a Siracusa, Enna e Messina. Intanto i carabinieri e i vigili del fuoco procedono con le verifiche sugli edifici.

Come però hanno ricordato dall’Ingv, l’evento si è verificato in un’area ad alta pericolosità sismica, legata sia all’attività dell’Etna che a movimenti di origine tettonica che possono raggiungere magnitudo elevata, come nel caso del 1818 quando si ebbe un terremoto di magnitudo pari a 6.3.

“Ci siamo concentrati su una prima sommaria verifica della situazione con danni in alcune strutture tra cui le chiese e le scuole per potere fare riprendere l’attività scolastica lunedì e fatto sopralluoghi di agibilità negli edifici privati man mano che arrivano le segnalazioni al Com – ha spiegato Giovanni Barbagallo, responsabile della Protezione Civile Sicilia Orientale – in questa prima fase ci interessa sapere – ha continuato – se ci sono case inagibili, soprattutto nella zona più colpita che è quella del centro storico dove le case sono più antiche. Situazione che vale sia per Biancavilla che per Santa Maria di Licodia”.

“Sto seguendo costantemente, attraverso la Protezione civile regionale, che si è subito attivata, il lavoro di ricognizione che si svolge nell’area etnea a seguito della scossa di terremoto della scorsa notte. E’ stata disposta la momentanea chiusura di due edifici sacri, in attesa di ulteriori e approfondite verifiche” è quanto scritto in una nota, dal presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci.

E stamattina, dopo aver accertato che non vi erano stati danni, è ripresa la circolazione ferroviaria sulle linee Messina – Siracusa e Catania – Palermo, sospesa a scopo precauzionale subito dopo la scossa.