Cateno De Luca scatenato: “Chiedo scusa ai siciliani per la sciagura Musumeci”

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Il sindaco di Messina Cateno De Luca, leader di Sicilia Vera, scioglie ogni dubbio e arriva come un tifone sulla politica siciliana. Si dimetterà a febbraio 2022 per candidarsi alla presidenza della Regione Siciliana. “Inizio il mio percorso chiedendo scusa ai siciliani, la Sicilia non si meritava la sciagura Musumeci, che ho contribuito a fare eleggere, dopo il disastro e la iattura Crocetta. E neppure Gaetano Armao ‘meravigliao’, un fanfarone sotto il profilo politico e contabile. C’è una Regione che funziona solo tre mesi l’anno per la manovra finanziaria approvata tra l’altro sempre dopo l’esercizio provvisorio, il resto dei nove mesi non si sa cosa faccia. Io il bilancio a Messina lo approvo a dicembre”. Lo ha detto lo stesso Cateno De Luca in conferenza stampa a Palazzo dei Normanni, insieme con il deputato Danilo Lo Giudice. “A febbraio mi dimetterò da sindaco per cominciare a governare, non faccio il gamebro. Dall’Assemblea di Sicilia Vera, dell’1 e 2 ottobre a Taormina, capiremo se saremo soli facendo un favore al centrosinistra o magari con noi ci sarà qualcuno dell’opposizione”, ha aggiunto De Luca.

“Oggi consegnerò a Gianfranco Miccichè il documento ‘vertenza città di Messina’ che potrebbe essere anche vertenza Palermo o vertenza Catania perché per il 90% sono problemi che gli enti locali hanno con la Regione e con questo governo. Qui c’è un vulnus: dirò a Miccichè, con cui mi lega una lunga amicizia, che questo documento è uno sfratto anche per lui. Non è pensabile che un presidente del Parlamento consenta che un governo non porti a compimento le leggi che approva l’Assemblea. Se guardiamo le finanziarie approvate, il 90% di tutto il lavoro fatto nelle commissioni parlamentari non sono attuate dal governo”, ha sottolineato Cateno De Luca. “Le leggi si devono applicare – ha detto – siccome c’è il ‘babbio’ di chi deve fare fuori Musumeci, non mi interessa nulla. Dopo che ho scoperto nell’inchiesta su Ruggero Razza di come dovevano mettermi il bavaglio, sono incompatibile con questo mondo, con queste istituzioni che pensano di fare fuori gli avversari politici”.

A Taormina l’1 e il 2 ottobre l’Assemblea del movimento Sicilia Vera, fondato da Cateno De Luca. All’appuntamento, che si articolerà in tavoli tematici, parteciperanno esponenti di maggioranza e opposizione, tra cui il sottosegretario alle Infrastrutture Giancarlo Cancelleri, il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè, il presidente dell’Antimafia Claudio Fava e il senatore di Iv Davide Faraone. “Oggi la Sicilia merita di più, merita di essere amministrata: il nostro obiettivo è di stimolare le coscienze, spesso si parla di poltrone e non di temi. Io sono stato eletto nella maggioranza e dall’inizio della legislatura c’è stata soltanto una riunione di maggioranza”, ha detto Lo Giudice.

“Con Salvini ci sentiamo spesso, ogni tanto lo sfotto su qualcosa che non condivido e ogni tanto mi fa i complimenti, ma non ci troviamo d’accordo su tante cose. La prima è che nonostante sia leghista è diventato più ‘romanocentrico’ di tutti gli altri partiti. Tutto ormai si stabilisce a Roma e anche il candidato presidente della Regione siciliana parte dal presupposto che lo debba battezzare lui”, ha detto il sindaco di Messina, Cateno De Luca, che ha parlato del suo rapporto con il leader della Lega. “A Salvini vorrei dire che noi ragioniamo diversamente – ha proseguito – c’è un solo battesimo, quello cristiano, dopo di che De Luca per essere candidato non ha bisogno di essere battezzato. E poi, deve finire anche questo riciclaggio politico che è in corso: io non potrei mai essere appoggiato dalla Lega se all’interno ci sono signori che hanno fatto gli assessori con Musumeci. Per quanto possiamo essere amici – ha concluso – non ci troviamo neanche su questo aspetto”.

I tempi li dà Cateno De Luca: “Dialogo fino a febbraio, lo faccio a tutto campo: poi mi dimetterò da sindaco di Messina a febbraio. I miei tempi sono frutto di tappe ben precise, consumate quelle tappe meglio non si avvicini più nessuno, perché non ci sono le condizioni per ritirarmi. Quindi se Salvini che 48 ore fa mi ha detto ‘dai vinciamo’, Anthony Barbagallo (Pd) o Giancarlo Cancelleri (M5s) si rendono conto che De Luca per curriculum, per spregiudicatezza può andare bene si accomodino, ben venga l’appoggio ma le condizioni le detto io, no i caminetti romani. Sappiano che nella mia giunta non ci saranno mai personaggi dei governi Crocetta e Musumeci. Anche di fronte a un sostegno non ingoierò nulla, non sono uomo di compromessi al ribasso”. Un “avviso ai naviganti” che Cateno De Luca lancia in conferenza stampa, a Palazzo dei Normanni.

Dalla sala stampa, indica l’altro Palazzo a poche decine di metri, sede della Presidenza della Regione: “Dormirò lì, a Palazzo d’Orleans”. Ai cronisti che gli chiedono se al cospetto di accordi e alleanza sia disposto a ritirare la sua candidatura, De Luca risponde col solito piglio: “Non ho mai fatto mistero del mio egocentrismo, qualcuno lo chiama megalomania: non sosterrò mai un candidato alla presidenza della Regione che entri a Palazzo Orleans per fare politica, io voglio un amministratore”. “Metto sul tavolo il mio curriculum di dirigente aziendale, di deputato e di tre volte sindaco. Io vado a tutto campo, lasciamo stare il campo largo – afferma – Non ho pregiudizi quando ci si mette d’accordo sul metodo per rilanciare questa terra. Il Gattopardo mi piace, l’ho letto 6 volte, però non ne condivido la filosofia. Chi ha contribuito a sfasciare la Sicilia per mantenere la poltrona di assessore non merita di ritornare nel luogo del delitto, e questa non e’ una questione di colore politico”.

“In questo momento – prosegue De Luca – candidati che abbiano il mio curriculum non ne vedo in giro. Io a febbraio mi dimetterò da sindaco: quindi i tempi a me non li detta nessuno, i miei tempi sono frutto di tappe ben precise. Consumate quelle tappe finira’ come e’ finita a Messina”. E cita un aneddoto: “Quando mi candidai a Messina, durante la finanziaria mi chiamò Miccichè, chiedendomi se fossi stato disponibile a diventare candidato del centrodestra e in quel caso avrebbe ritirato il loro, qui potevo diventare sindaco senza fare campagna elettorale. Gli risposi: presidente mi vuoi bene? Se mi vuoi bene prendi tutta questa accozzaglia e lanciala contro di me, che io vinco da solo. Ormai è tardi, e ho vinto”. E’ convinto che a si aprirà “uno scenario interessante”, e “può essere l’occasione giusta per avere un rinnovamento radicale della classe dirigente”. “Non sono innamorato dei sondaggi (ero quarto a Messina) – continua – Mi danno terzo-quarto tra il 14-16%, correndo da solo. A Musumeci viene assegnata una forchetta tra 24-26% e con una intera coalizione che lo sostiene. Musumeci e l’opposto di Zaia che trascina i suoi alleati, Musumeci è capace di far perde i voti alla coalizione”.

Parla come chi è già in campo. “Sarà una campagna elettorale dove il corpo a corpo sara’ fondamentale per orientare il consenso: non mi preoccupo che altri partano dal 25% e io dal 15%. Ci faremo una bella campagna elettorale, comunque andrà a finire se in campo rimarranno 3 o 4 candidature tra cui quella di Claudio Fava che stimo molto. Quale sarà il risultato? Uno è certo, non ci sarà maggioranza in Parlamento, nessuna coalizione potrà dire di avere vinto le elezioni. E lo dico io, eletto sindaco senza un solo consigliere comunale”. Il suo decalogo è quasi pronto. “Lo rivelo l’1 e il 2 ottobre a Taormina”. Così come, solo in assemblea, spiegherà il significato della lanterna bianca con la candela al centro, che ha mostrato a Palazzo dei Normanni: “E’ il nostro simbolo, presto ne coglierete il senso”.

“So che l’onorevole Lo Giudice ha invitato all’assemblea di Sicilia Vera dell’1 e 2 ottobre a Taormina tutti gli assessori regionali, ma pare che abbiano l’ordine di non rispondere. Io colgo l’occasione per invitare gli assessori Baglieri, Zambuto e Armao a partecipare ai tavoli tematici. Se Musumeci vuol venire sarà ospite dell’onorevole Lo Giudice che sta organizzando la convention”, ha sottolineato Cateno De Luca.