I decreti attuativi del Jobs Act che hanno riformato gli ammortizzatori sociali prevedono, fra l’altro, l’obbligo, per i soggetti ammessi che subiscono una riduzione di almeno il 50% del reddito, di sottoporsi a percorsi di reinserimento lavorativo, obiettivo che deve essere raggiunto entro la scadenza dell’indennita’, pena la perdita di ogni tutela sociale. La norma affida ai ‘Centri pubblici per l’impiego’, con l’intervento anche della formazione professionale, il compito di realizzare i prossimi piani di reinserimento lavorativo.
“Ma da Nord a Sud i centri per l’impiego pubblici costano e non producono risultati sufficienti – denuncia Vincenzo Barbaro, presidente dell’Ordine dei consulenti del lavoro di Palermo – e le carenze riguardano soprattutto il Mezzogiorno, l’area che ha piu’ bisogno di interventi strutturali di sostegno allo sviluppo e all’occupazione. Se non si cambia subito il sistema, coinvolgendo anche i consulenti del lavoro, per il tramite della propria Fondazione per il Lavoro, nel favorire la ricerca di competenze da parte delle imprese, entro un paio d’anni l’Italia si ritrovera’ di colpo con centinaia di migliaia di soggetti cassintegrati, in solidarieta’ o in mobilita’ privi di lavoro, reddito e qualsiasi tutela sociale. Un’emergenza che noi consulenti del lavoro intendiamo assolutamente scongiurare”.
Ecco perche’, con l’incontro del prossimo 18 novembre a Palazzo Steri aPalermo, sul tema “Ripartiamo dal lavoro 2015”, i consulenti del lavoro intendono organizzare il primo confronto concreto con il ministero del Lavoro sulla riforma dei centri per l’impiego: con il vicepresidente nazionale Vincenzo Silvestri, lo stesso Barbaro e il presidente della Fondazione per il lavoro Mauro Capitanio, ci saranno Bruno Busacca, responsabile della Segreteria tecnica del ministero del Lavoro; Ugo Menziani, dirigente generale della direzione Ammortizzatori sociali e Incentivi all’occupazione del ministero; Manuela Gaetani, della IV divisione Ammortizzatori sociali del ministero; per l’Inps il direttore regionale Maria Sciarrino e Rosario Scimeca; e i consulenti del lavoro nonche’ editorialisti per il Sole 24 Ore e riviste specializzate Josef Tscholl, Nevio Bianchi, Massimo Brisciani e Giuseppe Maccarone.
I dati sui centri per l’impiego e il confronto Lombardia-Sicilia indicano, secondo l’Ordine dei consulenti del lavoro di Palermo, che nell’Isola la rete e’ piu’ che altro un’opportunita’ per i collocatori. Secondo l’ultimo rapporto del Ministero del Lavoro, in Italia vi sono 550 centri pubblici per l’impiego con 8.429 operatori che nel 2013, a fronte di 3.112.611 persone in cerca di occupazione, hanno raccolto 2.373.979 dichiarazioni di disponibilita’ al lavoro (in media nell’anno appena 281,6 dichiarazioni lavorate da ciascun operatore), hanno realizzato 2.695.905 interventi di politica attiva per disoccupati e inoccupati, mentre le imprese hanno attivato 9.675.252 rapporti di lavoro (in media 17.917 per centro) a fronte di 9.815.347 contratti cessati (in media 18.177 per ogni Cpi).
A confronto, le 803 agenzie private per il lavoro autorizzate nel Paese con 4.186 sportelli e 11.524 operatori hanno registrato 2.445.315 soggetti per la somministrazione (il 10% appartiene a categorie svantaggiate), e hanno avviato al lavoro 785.893 unita’, inserito nelle aziende 17.380 candidati, ricollocato 4.248 lavoratori.