Cucù, ad Agrigento Forza Italia non c’è più. Cassato, cancellato, sbianchettato, nascosto sotto il tappeto come si fa con la polvere di casa, il partito di Silvio Berlusconi diventa una palla al piede per la coalizione che ha sostenuto le primarie e viene fatto sparire dalla circolazione senza che i suoi vertici dicano “biz”.
“Forza Italia non c’è, non fa parte della coalizione. Questa è un’alleanza tra partiti e movimenti civici noti a tutti che vogliono ridare dignità agli agrigentini” ripete come un mantra Silvio Alessi, (nella foto proprio con Silvio Berlusconi) il candidato sindaco della “strana” coalizione che ha tenuto domenica scorsa le primarie. Eppure le ultime settimane il caso Agrigento aveva tenuto banco in tutte le riunioni del partito azzurro. Non foss’altro per il fatto che il big sponsor di Alessi e regista dell’operazione si chiama Roberto Gallo Afflitto , deputato nazionale forzista e vice del coordinatore regionale Enzo Gibiino.
Anzi, la vittoria del presidente dell’Akragas sui competitor degli altri partiti, Pd compreso, era stata venduta dal sornione parlamentare azzurro come una furbata ai danni dei malcapitati alleati. Una “mandrakata” il cui merito Gallo lo condivideva con un altro esponente politico locale, Michele Cimino, già pupillo di Gianfranco Miccichè, poi oscurato dall’ascesa di Angelino Alfano ed oggi nuovamente protagonista all’ombra dei templi con il Pdr dell’ex ministro Totò Cardinale.
Ma la celebrazione delle primarie nei gazebo tra gadget forzisti e bandiere renziane non era piaciuta affatto ai vertici del partito democratico. E se Crocetta e il suo Megafono sono entrati da subito e a pieno titolo nel “pasticcio” alla girgentana, da Lauricella a Raciti, da Ferrandelli ad Apprendi i dubbi sulla “digeribilità” della pietanza sono via via cresciuti. fino a far dire al vicesegretario nazionale del Pd Matteo Ricci a Rainews 24 che le primarie di domenica scorsa vanno annullate.
Musica per le orecchie di chi, come Giuseppe Lauricella ha da sempre denunciato il patto “contro natura” tra democratici e azzurri. “Il segretario regionale Fausto Raciti, pare abbia capito che l’imbroglio è stato consumato con le ‘falsarie’ di Agrigento, dove i deputati e dirigenti del Pd hanno organizzato le primarie per eleggere Alessi quale candidato del ‘centro-destra-sinistra’, consegnando il Pd a Fi” – ha tuonato il deputato. “È la prima volta che in Italia e nella storia del Partito democratico si concepiscono e si svolgono primarie con il centrodestra: una cosa è un accordo locale sull’amministrazione, altra cosa è espletare primarie con il centrodestra e cedere anche la candidatura a Forza Italia – ha proseguito -. Un delirio, spiegabile solo con interessi politici personali che nulla hanno a che vedere con l’interesse del Pd e della Città di Agrigento”.
Vista la violenta reazione piddina, ad Alessi ed ai suoi sponsor Gallo e Cimino la cosa più naturale da fare è sembrata negare il fatto. “Della coalizione fanno parte partiti e movimenti (Pd compreso ndr), ma non Forza Italia” giura il presidente dell’Akragas calcio candidato sindaco. Anzi tiene a precisare che la sua “è una coalizione che rispecchia la lodevole apertura ai moderati portata avanti dal premier Matteo Renzi per il rilancio dell’Italia, nel nostro caso di Agrigento”. E Cimino in soccorso: “Alessi non ha alcuna tessera di partito”.
Mentre il Partito democratico, quindi, si appresta a sconfessare il risultato dei gazebo e verosimilmente ad annullare le primarie, il vincitore di domenica scorsa rinnega le origini e Forza Italia nella città dei templi rischia di scomparire dalle liste elettorali delle prossime amministrative. Nel più assoluto silenzio.