Origini e storia dell’uovo di Pasqua come simbolo della festa che celebra la Resurrezione di Gesù Cristo hanno origini antichissime. Oggi le uova di cioccolato sono il prodotto più diffuso e assumono forme e tipologie commerciali fantasiose, ma l’aspetto simbolico dell’uovo attraversa i secoli e giunge fino a noi risalendo addirittura dai tempi dell’antico Egitto.
Ancor prima dell’avvento del Cristianesimo, infatti, l’uovo simboleggiava per gli egiziani il fulcro dei quattro elementi dell’universo, acqua, aria, terra e fuoco. Ma anche in Persia, Grecia, Europa del Nord, Africa, India, Cina e persino Polinesia nell’antichità lo scambio di uova come rito era diffuso. Esso simboleggiava senz’altro la nascita, o la ri-nascita e come tale era considerato un dono augurale.
Dopo la venuta di Cristo, il Cattolicesimo attinse alla tradizione per assumere l’uovo di Pasqua come rappresentazione fisica della vita che cresce e palpita all’interno di un guscio solido, cioè somigliante ad un sasso o una pietra tombale come quella che chiudeva il sepolcro di Gesù. Ecco quindi l’uovo che diventa simbolo della Resurrezione di Cristo.
L’usanza di scambiarsi le uova come dono però nasce nel Medioevo nei Paesi germanici. All’inizio si trattava di un dono semplice, riservato alla servitù dei signori feudali. Le uova erano decorate con metodi naturali. Bollite insieme a cipolle rosse assumevano una colorazione caratteristica, oppure, sempre mediante bollitura, venivano colorate avvolgendole con foglie o insieme a fiori ed essenze.
Ma è ancora nel Medioevo che inizia la fabbricazione di uova di Pasqua artificiali. Ovviamente era una pratica in uso tra nobili e sovrani. L’uovo in argento ed oro finemente decorato era un cadeux aristocratico. Nell’Inghilterra del XIII secolo re Edoardo I commissionò ai suoi maestri orafi ben 450 uova d’oro da regalare per la Pasqua.
Dall’Inghilterra alla Russia, anche gli zar furono contagiati dalla passione per le uva d’oro. Passione che fece la fortuna dell’orafo di San Pietroburgo Peter Carl Fabergé che nel 1883 ricevette dallo zar Alessandro III il compito di preparare un dono speciale per la zarina Maria. L’artigiano creò il primo uovo che da lui prese il nome, realizzato in platino smaltato di bianco contenente un ulteriore uovo, creato in oro, il quale conteneva a sua volta due doni: una riproduzione della corona imperiale ed un pulcino d’oro. La fama che ebbe il primo uovo di Fabergé contribuì anche a diffondere la tradizione del dono interno all’uovo.
Nella storia dell’uovo di Pasqua, il cioccolato e la sorpresa compaiono nel XX secolo, anche se esistono tracce di esperimenti della pasticceria torinese del ‘700. Oggi l’industria dolciaria offre una vasta gamma di prodotti per la golosità e la fantasia dei bambini. La tradizione greco-ortodossa, invece, prevede che alle uova di cioccolato vengano affiancate vere uova di gallina cucinate sode e dipinte di rosso, il colore della Passione, il giovedì Santo, e consumate la domenica di Pasqua durante il pranzo.