Vincenzo Agostino, il papà dell’agente Nino Agostino ucciso il 5 agosto 1989 assieme alla moglie Ida Castelluccio, sarà il primo testimone a essere sentito nel processo, col rito ordinario, nei confronti di Gaetano Scotto, accusato di duplice omicidio aggravato, e di Francesco Paolo Rizzuto, accusato di favoreggiamento. Lo ha deciso oggi il presidente della Corte di assise Sergio Gulotta (Monica Sammartino giudice a latere), nel corso dell’udienza di oggi che si è svolta nell’aula bunker del carcere Ucciardone.
Il boss del mandamento di Resuttana, Antonino Madonia, accusato anch’egli di duplice omicidio aggravato, aveva scelto il rito abbreviato ed è stato condannato all’ergastolo lo scorso 19 marzo.
Oggi la Corte, sciogliendo la riserva, ha ammesso tutti i testimoni inseriti dalle parti processuali, ha disposto le trascrizioni delle intercettazioni su cui non è stato prestato il consenso da parte della difesa ed ha integrato il calendario delle udienze.
L’avvio dell’istruttoria dibattimentale è stata fissata, come detto, al prossimo 13 settembre per la deposizione, in qualità di testimone, di Vincenzo Agostino e successivamente della figlia Flora, sorella di Nino, parti civili nel processo e assistiti dall’avvocato Fabio Repici. Oggi nell’aula bunker del carcere Ucciardone era presente Nicola Morra, presidente della Commissione antimafia. La sua presenza, per manifestare attenzione sul caso e per esprimere vicinanza alla famiglia Agostino. Tenuto conto che il processo – per le normative anti covid – si svolge a porte chiuse, Morra ha poi lasciato l’aula. (Agi)