Venti di guerra dentro Forza Italia in Sicilia, è ormai scontro tra Gianfranco Miccichè e l’ala ribelle capeggiata da Marco Falcone. Il casus belli è stato l’intervista dello stesso leader azzurro che, a proposito delle future elezioni regionali ha lanciato l’idea di una “formula Draghi” archiviando così l’ipotesi di una ricandidatura di Musumeci.
Falcone, che non ha affatto digerito il tentativo del suo coordinatore regionale di sostituirlo, insieme a Gaetano Armao, nella giunta regionale guidata da Musumeci, ha dato fuoco alle polveri con una lunga intervista a Mario Barresi sulla “Sicilia” di Catania.
L’assessore azzurro alle Infrastrutture ha stoppato la fantasiosa proposta politica di Miccichè ribadendo la volontà di sostenere, anche nel 2022, Nello Musumeci, e contestando apertamente la leaderhip regionale del presidente dell’Ars.
All’interno di Forza Italia in Sicilia ormai c’è una spaccatura verticale, da una parte l’inquilino della Torre Pisana e i suoi fedelissimi, dall’altra l’asse Falcone-Schifani che coagula molti scontenti della gestione Miccichè.
Dal canto suo il commissario regionale forzista non si nasconde ed anzi, sfida la fronda convocando per oggi pomeriggio una riunione all’Ars. “Se scopro che il partito non è con me, me ne vado. Ma deve essere il partito a dirmelo e non un assessore: questo lo sapremo in tempi brevi” – ha dichiaro all’Ansa Gianfranco Miccichè.
“Falcone ha fatto bene, così apriamo subito il dibattito in Forza Italia – ha affermato il leader di FI -. Sono in politica da 26 anni, ho un curriculum pieno. Se resisto alla guida di Forza Italia è perché il partito mi ha dimostrato di stare con me, mentre c’è qualcuno che fa altro”.
Tolto Miccichè, c’è un problema di leadership? “Non mi sento Cristiano Ronaldo, lui fa tanti gol nonostante la sua età, io ne faccio qualcuno. Ripeto – ha concluso il leader degli azzurri – se scoprissi che il partito non è con me, io me ne andrei”.