Don Minutella rompe la consegna del silenzio, va in giro con la Madonna di Fatima e il vescovo lo ferma

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“Sia lodato Gesù Cristo e avanti con Maria”, apre così il suo intervento di “catechesi” su Radio Domina Nostra, in un video pubblicato su Facebook lancia un’altra accusa di “assoluta indifferenza della falsa chiesa preoccupata sempre di tutt’altro” e ammonisce che “purtroppo la maggior parte dei cristiani battezzati non va a messa la domenica e non andare a messa la domenica è peccato mortale”. Parla di “membri della falsa chiesa” con alle spalle la Madonna di Fatima.

Don Alessandro Minutella, l’ex parroco della comunità di San Giovanni Bosco nel quartiere palermitano di Romagnolo noto per le sue posizioni critiche contro la chiesa di Papa Francesco, torna a far parlare di sé. Il religioso, richiamato al silenzio dall’arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice che gli ha impedito di dire messa e lo ha allontanato dalla sua parrocchia, “scorterà” la statua della Madonna di Fatima durante un pellegrinaggio attraverso l’Italia.

La prima tappa è prevista nella borgata palermitana di Boccadifalco, mentre martedì sarà la volta di Santa Croce Camerina. L’annuncio del pellegrinaggio con tanto di foto della Madonna di Fatima e di don Minutella è sulla pagina web di “Radio Domina Nostra”. Il primo viaggio fuori dalla Sicilia avrà come tappa la Sardegna. Lo dice lo stesso don Alessandro Minutella che annuncia nel suo video che “la prima regione che visiterà la Madonna con don Minutella è la Sardegna, quindi carissimi amici della Sardegna fatemi sapere su Radio Domina quanti di voi siete disponibili ad accogliere la Santa Vergine, si tratta di cenacoli familiari, nei quali, ci dispiace per i vescovi, noi rimaniamo profondamente cattolici con la recita del santo Rosario e la catechesi”.

Immediata la presa di posizione della Curia contro don Alessandro Minutella. “Si precisa che tale iniziativa non ha alcuna autorizzazione da parte dell’autorità ecclesiastica, vigendo ancora il divieto per lo stesso don Minutella di esercitare pubblicamente il ministero”, dice l’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice, avvertendo che “la partecipazione al suddetto evento o altri simili, compromette gravemente la comunione ecclesiale, con le conseguenze previste dall’ordinamento canonico, fino all’interdizione dai sacramenti e per coloro che esercitano un servizio ecclesiale – istituito o di fatto – la revoca del ministero”.