Ecco il racconto della bambina che a 9 anni veniva data in pasto all’orco dai suoi genitori

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“Vivo con mamma e papà. Sono figlia unica. Mio padre fa l’agricoltore. Il primo agosto l’ho accompagnato a raccogliere i pomodori nel campo. Lui si era messo d’accordo con un amico di famiglia che ci aspettava all’interno della sua macchina. Ha aiutato papà a prendere i pomodori, poi si è steso in macchina”.

Comincia così il drammatico racconto della bambina di 9 anni costretta dai genitori a prostituirsi con due “amici” di famiglia. La coppia e i due clienti sono finiti ai domiciliari per violenza sessuale e sfruttamento della prostituzione minorile. I fatti sono accaduti nei pressi di Trappeto, nel Palermitano, e in un contesto di forte degrado, dove la vittima appunto era una bambina che all’epoca dei fatti aveva appena 9 anni (ora ne ha compiuti 10).

“Quel giorno io ero in macchina con lui, poi siamo scesi e mentre mio padre era nel campo mi ha abbassato i pantaloni e gli slip…non era la prima volta. Era successo più volte e ogni volta mi offriva soldi. Spesso è successo anche con mamma”, racconta ai carabinieri la bambina che il gip ha ritenuto pienamente credibile.

“Io non volevo avere rapporti con lui, – prosegue nel suo racconto la bambina – ma lui insisteva: poi quando andava via ci dava dei soldi, li dava a me perché diceva che mi voleva bene. Mi dava cinque euro se gli davo un bacio, 25 se facevo qualcosa in più”. Questo è successo prima che facessi dieci anni”. La piccola racconta che il padre avrebbe saputo dopo dei primi incontri e che avrebbe detto a lei e alla madre che erano state brave.

La piccola vittima racconta con molti particolari anche gli incontri col secondo cliente. “Anche con lui ho avuto rapporti. Più volte lui li aveva con mia madre, ma anche con me”, dice ai carabinieri. “Lasciava i soldi a me, mi dava 30 euro. A casa c’era anche mio padre che dormiva perché era stanco”, racconta.

“Se penso a queste cose – spiega la bambina, che è stata immediatamente allontanata dai genitori e portata in una casa famiglia protetta – sento tristezza. Glielo dicevo a mia madre che non mi piacevano quelle cose. Non lo so però come è che mi ritrovavo a farle, ma non sono arrabbiata con mia madre perché lei non mi ha fatto niente di male”. Ai domiciliari sono finiti la madre della bambina, di 43 anni, e il padre, di 58, oltre ai due clienti, rispettivamente di 63 e 79 anni. (ANSA)