Da qualche settimana si fa il suo nome come candidato presidente della Regione del centro destra per le prossime elezioni regionali del 5 novembre, e due cose sono certe e note a tutti quando si fa il nome del professore Gaetano Armao, la prima che è stato l’oppositore extraparlamentare più fermo e più tenace del governo Crocetta, la seconda è che è lui il candidato più spinto da Gianfranco Micciché. E’ lui, il docente di diritto amministrativo e contabiltà pubblica dell’Università di Palermo e presidente del Consorzio Universitario di Agrigento, che Miccichè vuole a Palazzo d’Orleans. Altro che Nello Musumeci. Tanto che il commissario di Forza Italia in Sicilia ha voluto portare con sé il suo grande amico di sempre dal leader azzurro Silvio Berlusconi
Armao, che con Rino Piscitello ed altri neoautonomisti parecchi mesi fa ha fondato il Movimento Sicilia Nazione, da alcune settimane ha lanciato il Movimento Siciliani Indignati che è quello che certamente porterà alle prossime elezioni. La famosa lista di professionisti di vari settori, ma anche di rappresentanti di altre categorie e pronta ad accogliere quella parte di società civile indignata che, in sostanza, non ne può più né di Crocetta né del Movimento 5 Stelle.
Armao se potesse metterebbe assieme sia Angelino Alfano che Nello Musumeci, ma non si espone nemmeno sul nodo dell’alleanza con numero uno di Alternativa popolare Angelino Alfano – “Non entro in queste cose sottolinea Armao – occorre fare l’alleanza più ampia possibile, ma anche quella più comprensibile agli elettori” -, ma smentisce di aver proposto a Musumeci di fare un passo indietro in cambio della vicepresidenza della Regione o della candidatura a sindaco di Catania nel 2018: ”E’ assolutamente falso, si tratta di una ricostruzione dei fatti inverosimile”, puntualizza all’AdnKronos.
“Ho incontrato di recente l’amico Musumeci – assicura Armao – e siamo per concorrere a un grande centrodestra, che interpreti le diverse anime dell’elettorato di centrodestra senza nessuna preclusione. Con il movimento ‘Unione dei siciliani indignati’, voglio dare voce a chi non si ritrova più nei partiti tradizionali, a chi ha voglia di grande cambiamento e a quella società civile indignata verso il livello di dequalificazione raggiunto dalla Regione sotto la presidenza Crocetta con la stampella dei 5 stelle. Siamo di fronte a un fallimento disastroso. Basti pensare alla pseudo riforma delle provincie e al fatto che il debito pubblico regionale è raddoppiato”.
Il professore Armao ce l’ha anche con il Movimento 5 Stelle, dato favorito per le elezioni isolane e punta a recuperare quel 53% di astenuti alle ultime regionali: ”I grillini a Roma hanno dimostrato di essere una pessima amministrazione- dice – mentre in Sicilia hanno dimostrato di essere una pessima opposizione, che ha assecondato le disfunzioni di Crocetta. Alle regionali si presenterà la lista civica Unione dei siciliani indignati, il simbolo è quasi definito” (un cerchio giallorosso con all’interno la scritta su campo bianco Unione dei siciliani indignati e l’isola stilizzata). “Questa settimana ho incontrato Berlusconi, ma ci siamo visti già altre volte, è molto interessato al mio progetto”.
Un progetto che mette al centro una serie di priorità tra cui più lavoro e lotta alla povertà con un Piano straordinario per lavoro, investimenti ed innovazione. Fiscalità di sviluppo, opportunità di impresa per i giovani, attrazione di aziende e di pensionati. Ma anche più investimenti in infrastrutture (porti, aeroporti, intermodalità) e reti viarie (ferrovie e strade), riduzione dei costi di trasporto e carburanti. Per Armao serve più Formazione con riferimento a Università e ricerca, reti della conoscenza, opportunità di rientro per giovani laureati, sostegno alle famiglie. E poi un grande cavallo di battaglia, il rilancio dell’Autonomia siciliana con l’attuazione e l’ammodernamento dello Statuto, insularità, recupero dell’autonomia finanziaria. Inoltre, un’Amministrazione che funzioni meglio con la riorganizzazione dell’amministrazione e sburocratizzazione, risanamento dei comuni, pieno utilizzo delle risorse europee. Ed ancora, gli assi per la crescita della Sicilia: rilancio del patrimonio culturale, del turismo, dell’agro-industria e della pesca; ed un Piano straordinario per la produttività agricola e le aree interne. Manco a dirlo Salute e Legalità maggiore tutela della salute, più sicurezza, lotta al clientelismo, alla corruzione, alla mafia. Infine, quelle che nel programma si chiamano risorse per la vita: Ambiente, aree naturali, risanamento idrogeologico, disinquinamento e rigenerazione energetica.
“Le elezioni regionali saranno un’occasione imperdibile per affrontare con determinazione e risolvere con competenza i drammatici problemi della Sicilia – osserva Armao – aggravati dal governo Crocetta che ha aperto un autentico baratro nel sistema gestionale. Abbiamo avuto una fallimentare gestione finanziaria che ha trasformato crediti della Regione verso lo Stato in debiti dei siciliani (la riduzione dei residui attivi di bilancio ha raddoppiato il debito regionale) e portato alla rinuncia di circa 15 md€, impoverendo i Comuni lasciati senza risorse e dunque nell’impossibilità di assicurare i servizi essenziali ai cittadini e relegandoli al ruolo di gabellieri. Nonostante l’insensata rinuncia ai contenziosi vinti in Corte costituzionale ed agli accordi mortificanti che violano l’autonomia finanziaria riconosciuta dallo Statuto, il bilancio evidenzia gravi squilibri, come contestato dalla Corte dei conti”, evidenzia ancora Armao.