Emergenza acqua in tutta la Sicilia, negli invasi 60 milioni di metri cubi in meno

0
216

Non solo Palermo dove, come ha ribadito  sera all’Ars il governatore Nello Musumeci, fra poche settimane, in mancanza di piogge abbondanti, esploderà l’emergenza idrica, ripiombando nell’incubo della turnazione.

Tutta la Sicilia sconta il prezzo della siccità, della vetustà del sistema, di “politiche miopi”, aveva ancora detto il presidente, nella gestione delle risorse idriche. Secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio regionale delle acque, mancano all’appello oltre 60 milioni di metri cubi d’acqua rispetto al gennaio 2017. Una contrazione del 25%: la dotazione negli invasi dell’Isola era di 237,73 milioni di metri cubi un anno fa; adesso è di 177,86 milioni; il 3% in meno rispetto al mese precedente; e l’aggiornamento della situazione alla fine di questo gennaio senza pioggia, rivelerà certamente un bilancio ancora più nero.

Preoccupa certamente soprattutto Palermo. La Giunta siciliana ha chiesto al Governo lo stato di calamità, su sollecitazione del Comune e dell’Amap, la municipalizzata acquedotti. L’azienda comunale ha dichiarato due giorni fa la “grave crisi idrica”, con il “probabile avvio della turnazione”.

Secondo l’ultimo rilevamento, aggiornato al 22 gennaio, i quattro invasi hanno riserve ridottissime. In quello di Piana degli Albanesi sono stoccati 2.941.000 metri cubi, ossia 11,1% della portata complessiva (erano 3.168.000 metri cubi la settimana prima); l’invaso Poma dispone di 9.586.000 metri cubi, 15,6%; lo Scanzano 2.030.000 metri cubi, il 17,86%; il Rosamarina 20.309.000 metri cubi 21%. Una riduzione inesorabile.

Dalla dichiarazione dello stato di calamità si attende la possibilità di una accelerazione dell’iter per la realizzazione di nuove opere, come i dissalatori, “che potrebbero risolvere il problema della crisi idrica”. Palermo, insomma, appare schiacciata nella morsa della doppia emergenza acqua e rifiuti, con la discarica Bellolampo quasi satura. Avviene nell’anno 2018, quello che ha fatto del capoluogo siciliano Capitale della cultura, puntando ad attrarre ondate di turisti.

Agrigento e Catania sono gli altri punti di crisi e le 110.000 aziende agricole nell’Isola vivono nella paura di perdere i raccolti. Era stato sempre Musumeci a scuotere la testa martedì sera a Palazzo dei Normanni: “Forse neppure la danza della pioggia servirà…”.