Esclusiva. Palermo: ecco che scrive il nuovo comandante della Polizia municipale Gabriele Marchese ai vigili

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Ecco la lettera che il nuovo comandante della Polizia municipale di Palermo Gabriele Marchese ha scritto ed inviato a tutto il personale nel giorno del suo insediamento ufficiale.

Carissimo collega,

Oggi mi sono insediato nella nuova funzione attribuitami dal Sindaco della nostra amata città. Anche questa volta, come per ogni incarico ricevuto nella mia, ultra trentennale carriera, ho risposto a chi mi ha chiesto se gradivo l’incarico “io vado dove dice il Sindaco”. Infatti sono fermamente convinto che scegliere e valorizzare le risorse umane delle quali si ha la responsabilità è compito di chi sta al vertice della struttura che deve governare.

Nell’assumere il nuovo incarico, di estrema responsabilità, sento il bisogno di condividere con te alcune considerazioni che reputo fondamentali in un momento così importante per questa città e per il Corpo di Polizia Municipale nel quale sono stato chiamato a svolgere il ruolo di maggior prestigio e responsabilità. Se non lo sai, ed a maggior ragione se ne sei già a conoscenza, ritengo importante dirti che nel lontano 1982 ho iniziato la mia carriera professionale nell’amministrazione come A.V.U. (così veniva scritto nei fogli di servizio dell’epoca) allievo vigile urbano.

Da allora è passato tanto tempo e tanti sono stati gli incarichi che ho assunto nella amministrazione comunale e anche al di fuori di essa, ma ritengo che i circa otto anni trascorsi nel Corpo dei vigili urbani (così si chiamava allora) siano stati quelli fondamentali per la mia formazione professionale e, di conseguenza per la mia carriera e per i numerosi risultati raggiunti nel corso del volgere della stessa.

Oggi ritorno nella veste di Comandante della Polizia Municipale dove ritrovo tanti amici e colleghi ma anche giovani nuovi colleghi. A ciascuno di voi voglio dire che il mio spirito è ancora quello di quegli inizi di carriera, e che rivivo, sottolineando quello che dissi nel mio intervento ad un convegno organizzato nel salone a pianterreno della via Dogali agli inizi del 1983 al quale partecipò, come assessore al personale dell’epoca, l’attuale Sindaco di
Palermo.

A Lui, giovane e ancora poco conosciuto ai più, assessore al personale ed a Voi voglio ribadire, come dissi nel mio intervento di allora, che la priorità che io stesso pongo come obiettivo inderogabile del mio lavoro ed impegno è il riconoscimento in ogni sede della dignità e dello strategico ruolo della Polizia Municipale e di ogni singolo suo componente.

Allora sostenni, come ora sostengo, anche dopo l’esperienza maturata in altri rami dell’Amministrazione, che la figura dell’agente di polizia municipale è quella che manifesta e deve manifestare la maggiore professionalità tra le diverse figure della struttura comunale, non fosse altro che per il continuo e quotidiano rapporto con i cittadini. A voi, singolarmente voglio dire che cercherò, con i miei limiti, di guardare alla professionalità ed alle capacità manifestate da ciascuno nello svolgimento del quotidiano lavoro e non alle appartenenze e o ai “suggerimenti”.

E’ chiaro che sicuramente commetterò qualche errore di valutazione ma starà a voi con la serietà e costanza dell’impegno nel lavoro svolto farmi comprendere i miei errori e farmi ricredere sulle possibili errate valutazioni.

Ai colleghi che prestano servizio con contratti a tempo ridotto e, purtroppo, con la retribuzione che conosciamo dico che non per questo sono meno degli altri colleghi anzi tutt’altro. Ritengo che se il meccanismo del part-time necessitato (del o così o nulla) può avere una ragion d’essere in altre branche dell’Amministrazione esso costituisce elemento di particolare criticità nella Polizia Municipale ma su questo argomento avrò modo di ritornare in altre circostanze.

E’ chiaro che, nel tempo, adotterò provvedimenti di riorganizzazione del lavoro e del ruolo dei singoli, intendendo anche trasferire nel corpo le esperienze maturate nell’ottica della innovazione tecnologia ed amministrativa frutto del mio personale percorso formativo. So perfettamente che alcuni provvedimenti e cambiamenti organizzativi che dovrò porre in essere saranno intesi come punizione per alcuni e come immeritato premio per altri, ma vi ricordo che nessuno, magari momentaneamente escluso dal ruolo dato da altre persone o legate ad altri modelli organizzativi si dovrà sentire escluso o professionalmente sminuito e non valorizzato.

Ciascuno di voi ha le capacità per dimostrare con il proprio lavoro, in qualunque degli incarichi che dovrà rivestire, la propria dignità e professionalità che è l’unica cosa che pretendo da ciascuno di voi. Per me al primo posto sta la onestà e dignità del ruolo nel rapporto di servizio col cittadino che abbiamo il dovere di servire, nonostante i suoi difetti, nonché con l’amministrazione nella quale e per la quale svolgiamo il nostro lavoro.

Con questa lettera voglio soltanto porgerVi il mio buongiorno e buon lavoro confermandoVi che in me potrete sempre trovare un punto di riferimento ed un compagno di lavoro per ogni necessità sia lavorativa che personale.
Buon lavoro
Gabriele Marchese