Fiammetta Borsellino ascolta le conclusioni della relazione della commissione Antimafia sulla strage di via D’Amelio e sbotta: “Adesso parlino i magistrati che hanno disertato le audizioni in commissione”.
La figlia di Paolo Borsellino non usa mezzi termini: “Mio padre è stato lasciato solo da vivo e da morto. Nel depistaggio c’è stata una responsabilità collettiva dei magistrati che hanno avuto comportamenti ‘contra legem’ e che ad oggi non sono stati mai perseguiti né sul piano disciplinare né su quello giudiziario. C’è chi ha lavorato nel periodo del depistaggio e dimostrato di non aver capito nulla di mio padre” – attacca.
Poi l’analisi dura e impietosa. “Ritengo che la responsabilità sia di tutte le persone che nel quindicennio e nel ventennio successivo alla strage sfilavano nella nostra casa, parlo anche dei magistrati della procura di Palermo che erano al corrente di ciò che avveniva, e a nessuno è venuto in mente di allertare la nostra famiglia rispetto ai pericoli, rispetto alla cosa più importante che ci riguardava, ovvero la verità sulla morte di mio padre”.
L’accusa di Fiammetta Borsellino nei riguardi di alcuni colleghi del padre è diretta: “Cosa dobbiamo aspettarci adesso? Che magistrati che hanno ritenuto di non dovere accettare un invito della commissione Antimafia, non vadano neanche a Caltanissetta, ora che saranno chiamati dalla pubblica accusa e che sono stati inserirti nelle liste sia dell’accusa che dei difensori degli imputati? Che si sottraggano alla possibilità di dare un contributo a un processo che sappiamo tutti essere l’ultima spiaggia per capire quello che è successo?”.
La Borsellino non li nomina, ma i nomi dei magistrati che hanno disertato le convocazioni della commissione Antimafia sono negli atti della relazione. “La Commissione ha acquisito e utilizzato tutti gli atti giudiziari ostensibili, documentazioni e corrispondenze (anche personali), nonché i verbali delle testimonianze rese nel corso del processo di Caltanissetta dai magistrati Ilda Boccassini, Fausto Cardella, Nino Di Matteo, Anna Palma e Roberto Sajeva: ciascuno di loro è stato invitato per essere audito, ma tutti, adducendo diverse giustificazioni, hanno scelto di declinare l’invito”.