Finanziaria, maratona di 20 ore per l’ok: sì all’aumento degli stipendi dei deputati

0
17
governo musumeci ko

Poco prima delle sei l’Assemblea regionale siciliana ha approvato la prima legge di stabilità del governo Schifani. I lavori, condotti dal presidente dell’Ars Gaetano Galvagno, hanno fatto segnare una no stop di venti ore. Alla fine, sono stati 38 i voti a favore, 24 i contrari. Per l’assessore all’Economia, Marco Falcone, la manovra si basa su “tre pilastri”: “La certezza dei conti, il sostegno all’economia della #Sicilia, l’ascolto di tutte le forze politiche e sociali. Non c’è un solo ambito socio-economico che non viene toccato dall’iniziativa della Regione Siciliana, in una logica interventista ed espansiva: occupazione, imprese, sanità, disagio sociale, famiglie, precari. E ancora investimenti su trasporti, turismo, sport e cultura. Nei prossimi giorni il via alle prime misure”.

Tra le pieghe della Finanziaria in discussione all’Ars, un premio per i Comuni che hanno rispettato il dettato normativo, eseguendo nell’ultimo decennio almeno cento
ordinanze di demolizione per edifici costruiti in zone di inedificabilità assoluta, o, comunque, “insistenti in aree con vincoli di inedificabilità discendenti da leggi nazionali o regionali o da strumenti di pianificazione territoriale”. È quanto previsto dal comma 19 dell’articolo 2 della legge di stabilità che ha avuto il via libera oggi a Sala d’Ercole. “Per questi enti virtuosi – dicono i parlamentari 5 stelle che hanno proposto la norma – è stata stanziata la somma di un milione di euro da ripartirsi proporzionalmente al numero di demolizioni eseguite”.

Invece è destinata a fare discutere la conferma della norma sugli adeguamenti Istat delle indennità per i 70 parlamentari siciliani. L’Assemblea regionale ha appena respinto, con voto segreto, un emendamento che prevedeva l’abrogazione della norma della legge che nel 2014 aveva introdotto l’automatismo della rivalutazione delle indennità al costo della vita. L’emendamento, al ddl stabilità in discussione, era stato presentato alla luce delle polemiche per gli 890 euro lordi in più in busta paga che gli onorevoli percepiranno quest’anno. A presentare l’emendamento, bocciato con 29 voti contrari e 24 favorevoli, è stato il deputato Cateno De Luca, del gruppo Sud chiama Nord, che ha parlato di “insopportabili ingerenze da parte di dirigenti nazionali di FdI su scelte che spettano all’Assemblea”. In aula c’è stato un dibattito acceso, durato quasi due ore.

Il deputato del Pd, Antonello Cracolici, ha difeso la norma, ricordando che l’adeguamento dei trattamenti economici per i consiglieri regionali c’è anche in altre Regioni e ha citato il Lazio, il Trentino Alto Adige, l’Umbria e la Sardegna. “Da 48 ore questo Parlamento subisce attacchi ingiustificati per un automatismo previsto da una legge di nove anni fa – ha detto Cracolici – Sono un uomo libero e non mi vergogno di dire che sono contro l’abolizione della norma e difendo l’autonomia di questa Assemblea”.

Sull’emendamento, attacco frontale di M5S a Cateno De Luca: “All’Ars va in scena la farsa, prima lo show di Cateno De Luca, che inneggia alla correttezza sua e dei suoi, e poi non vota, assieme ai deputati dei suoi gruppi, l’emendamento che avrebbe stoppato gli aumenti Istat, salvando di fatto l’aumento degli stipendi dei deputati Ars”. Lo afferma il capogruppo del M5S all’Ars Antonio De Luca. “La mancanza degli otto voti dei deputati di Sicilia Vera e Sud chiama Nord – dice De Luca – ha determinato la bocciatura dell’emendamento presentato dallo stesso Cateno De Luca, visto che la norma non è passata solo per 5 voti. É evidente a questo punto che l’azione fatta da Cateno De Luca era solo a scopo propagandistico e non mirava assolutamente a bloccare gli aumenti delle retribuzioni. Il bello è che nelle loro locandine i due gruppi asseriscono pomposamente che la vera opposizione sono loro: questa votazione perlomeno è servita a fargli buttare la maschera, speriamo serva anche ad aprire gli occhi ai siciliani”.

E sulle voci ricorrenti nei giorni scorsi relativi a possibili ingerenze e interferenze da parte di Giorgia Meloni o di Ignazio La Russa sull’emendamento, si registra l’intervento del presidente Galvagno: “La realtà è che l’automatismo che ha portato all’aumento delle indennità dei parlamentari ha suscitato in molti siciliani indignazione rispetto a una situazione di difficoltà di tanta gente”.

La manovra, tra le misure principali vede per i Comuni 327 milioni dal Fondo per le autonomie locali (articolo 1), a cui si aggiungono altri 6 milioni per l’adeguamento delle indennità dei sindaci alle altre regioni d’Italia. Altri 35 milioni di euro a valere sul Fondo delle autonomie locali, destinati a finanziare interventi in favore degli enti locali (articolo), include ristori per i danni causati dalle alluvioni dell’autunno 2021 (6 milioni di euro); 7 milioni per le spese di trasporto degli alunni pendolari; 4 milioni per le spese relative alle comunità alloggio per i disabili psichici; ancora, 5 milioni per le isole minori come contributo sulle spese per il trasporto dei rifiuti via mare; 2 milioni per gli enti virtuosi in materia di raccolta differenziata. Nuove risorse previste anche per alcune categorie ‘storiche’ di lavoratori come forestali (oltre 200 milioni per il 2023) e Asu (3,6 milioni per garantire l’aumento delle ore di lavoro settimanali).
Accanto a queste norme di carattere generale, tantissimi gli articoli destinati, tra le altre cose, ad accontentare le richieste specifiche dei territori, come esempio i 20 milioni per i comuni con sito Unesco, 400 mila euro per il convento della Basilica di San Francesco d’Assisi in Palermo, 10 milioni per interventi di ristrutturazione delle caserme dei carabinieri nei comuni montani siciliani, 10 milioni per “Area ad elevato rischio di crisi ambientale del comprensorio del Mela” (Condrò, Gualtieri Sicaminò, Milazzo, Pace del Mela, S. Filippo del Mela, Santa Lucia del Mela, San Pier Niceto), al fine di realizzare interventi di riqualificazione ambientale e rivitalizzazione urbana, 600 mila euro per il ripristino di aree colpite da frane a Polizzi Generosa. E ancora, 1,5 milioni destinati ai comuni per fronteggiare i danni derivanti dalla tromba d’aria del 30 settembre 2022 nella Valle del Belice, 300 mila euro per la ristrutturazione del Palazzetto dello Sport “Palacannavo'” di Giarre, 500 mila euro al comune di Paternò per la progettazione e la riqualificazione del Palazzetto dello sport, 10 milioni in un “fondo famiglia” per sostenere i nuclei con almeno tre figli a carico (contributo annuale pari a mille euro) e quelle con lo sfratto amministrativo (una tantum di 5mila euro) e con un indicatore Isee non superiore a 10 mila euro.