Filippo Accetta, ex ‘sentinella del verde’ a Palermo nel 2009 e oggi leander dei ‘no vax’ per la sua ostilità al vaccino è finito nell’indagine della Digos per i falsi vaccini in cambio di denaro. Avrebbe dato soldi a un’infermiera, Anna Maria Lo Brano, dipendente dell’ospedale Civico e tra i sanitari impegnati a iniettare vaccini anti Covid nell’hub della Fiera del Mediterraneo, a Palermo, per fingere di iniettare il vaccino a lui e ai figli.
Filippo Accetta, fino a un paio di mesi fa era vicino alla Lega, sarebbe stato prossimo candidato alle elezioni comunali del 2022, e aveva anche postato sui social video sfottenti in cui fingeva di iniettarsi prodotti cosmetici al posto del siero anti Covid.
Quattrocento euro per 4 falsi vaccini costati ad Accetta, alla donna e a un complice il carcere e le accuse di corruzione, peculato e falso. A scoprire la storia è stata la Digos che teneva sotto controllo l’attivista No vax. Le intercettazioni sembra non lascino dubbi.
Filippo Accetta e il complice, Giuseppe Tomasino, conversavano, non sapendo di essere intercettati, dei particolari del loro folle accordo con la donna, Anna Maria Lo Brano che ora, assicura l’assessorato alla Salute della Regione, verrà sospesa dal servizio.
Le indagini hanno accertato una decina di casi di finti vaccini, tra cui quelli destinati a un poliziotto e a un’altra infermiera, ma i numeri potrebbero essere molti di più.
Lo scorso mese di agosto Accetta era tra i partecipanti alla cena con il leader della Lega Matteo Salvini e il deputato regionale leghista Vincenzo Figuccia al ‘Taco Loco’, un ristorante di Palermo. “Ultimamente si era dato ai No Vax”, dice Figuccia, che preferisce non aggiungere altro. Era pronto anche a candidarsi per le elezioni comunali della prossima primavera a Palermo, lo testimoniano pure dei volantini che lo ritraggono con la scritta ‘candidato al Comune di Palermo 2022’.
Filippo Accetta. originario dello Zen, ex leader degli ambulanti, nel gruppo di ex detenuti e disoccupati ‘Sentinelle del verde’, che avevano ottenuto un impiego come volontari a tutela delle aiuole e che avevano rivendicato un processo di stabilizzazione.
Secondo gli investigatori, le finte vaccinazioni seguivano un copione consolidato. Dopo avere svuotato il siero contenuto nella siringa, già precedentemente preparata, in una garza in cotone, l’infermiera inseriva l’ago nel braccio del finto vaccinato senza iniettare alcunché e senza muovere lo stantuffo. La truffa appare evidente, basta guardare le immagini registrate nel corso delle indagini. Chi si sottoponeva al finto vaccino sborsava cento euro pur di ottenere il Green pass.
“Gli arresti compiuti oggi all’Hub della Fiera del Mediterraneo mettono fine all’aspetto penale di una vicenda scandalosa, ma non chiudono la vicenda professionale, deontologica e morale di quest’infermiera che si è resa protagonista di un comportamento e di azioni indegne”, commentano il presidente dell’Ordine degli Infermieri di Palermo, Nino Amato e la presidente della Federazione nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche, Barbara Mangiacavalli.
“Con sdegno rileviamo – aggiungono – l’aggravante di aver tradito la fiducia dei cittadini che credono nella professione infermieristica, dei colleghi professionisti che mettono a rischio la propria salute e spesso la vita per tutelare quella delle persone e soprattutto di aver disatteso il Codice deontologico e ogni principio dettato dalla professione infermieristica”.
Il presidente dell’Ordine degli Infermieri di Palermo annuncia di aver già attivato tutte le procedure propedeutiche ad azioni disciplinari. “Appena la magistratura – dice Amato – avrà concluso il suo iter, non escludo che il nostro Ordine si costituisca parte civile sia per il comportamento rispetto ai nostri assistiti, sia per il danno enorme di immagine che la professione infermieristica ha dovuto subire”.
“Abbiamo già dato mandato agli avvocati della struttura commissariale di valutare la nostra costituzione di parte civile in un eventuale processo” dice il commissario all’emergenza covid a Palermo Renato Costa.