Gasolio rubato in Libia per essere immesso illecitamente sul mercato italiano. La guardia di Finanza ha sgominato un’associazione a delinquere internazionale che riciclava gasolio sottratto dalla raffineria libica di Zawyia, a 40 km ovest di Tripoli, trasportato via mare in Sicilia e successivamente immesso nel mercato italiano ed europeo.
I militari del comando provinciale di Catania, con la collaborazione dello Scico, a conclusione di un’indagine coordinata dalla Procura Distrettuale etnea, hanno eseguito un’ordinanza del gip effettuando sei arresti (3 in carcere e 3 ai domiciliari). Due degli arrestati sono maltesi, due libici e quattro italiani. Altri tre libici sono ricercati; uno è detenuto nel suo Paese. Dopo il furto il gasolio veniva scortato da milizie libiche e portato in Sicilia e poi immesso nel mercato italiano e europeo mediante una società maltese. Il traffico è stato monitorato con mezzi del Comando operativo aeronavale della Gdf.
I destinatari della misura di custodia cautelare in carcere nell’ambito dell’inchiesta ” Dirty oil ” sono l’amministratore delegato della Maxcom Bunker S.p.a., società con sede legale a Roma che si occupa del commercio all’ingrosso di prodotti petroliferi e di bunkeraggio delle navi, Marco Porta, di 48 anni, il libico Fahmi Mousa Saleem Ben Khalifa, detto ” il Malem ” (il capo), fuggito nel 2011 con la caduta del regime di Gheddafi dal carcere dove stava scontando una condanna a 15 anni per traffico di droga, che secondo quanto accertato avrebbe guidato una milizia armata stanziata nella zona costiera al confine con la Tunisia e che è stato recentemente arrestato per contrabbando di carburanti da parte delle autorità libiche, il catanese Nicola Orazio Romeo, di 45 anni, indicato da alcuni collaboratori di giustizia come appartenente alla frangia mafiosa degli Ercolano, i maltesi Darren e Gordon Debono, entrambi di 43 anni, il libico Tareq Dardar. Ai domiciliari sono stati posti Rosanna La Duca, di 48 anni, consulente esterna della Maxom Bunker, Stefano Cevasco, di 48, addetto all’ufficio commerciale, Antonio Baffo, di 61, responsabile del deposito fiscale di Augusta. I maltesi avrebbero, con Romeo, curato il trasporto via mare gestendo, al contempo, il reticolo di società commerciali coinvolte nel business. Per i tre libici ancora ricercati la Procura di Catania ha richiesto l’emissione di un mandato d’arresto internazionale.(ANSA).