Guerra tra Cinquestelle dopo il rinvio a giudizio di deputati e attivisti coinvolti nella vicenda delle presunte firme false. Riccardo Nuti, indicato dagli inquirenti come l’ispiratore delle vicenda, contrattacca e accusa Ugo Forello di essere l’artefice di una “montatura”.
A rispondere a muso duro è Claudia La Rocca, parlamentare regionale grillina. “Ma quale montatura ben organizzata. Da Riccardo Nuti c’è solo una avvilente mistificazione della realtà. Continuando ad attaccare il candidato sindaco di Palermo del M5S Ugo Forello non si fa che lederne l’immagine” – attacca la deputata che ha collaborato alle indagini sulle firme false.
Ieri, dopo la richiesta di rinvio a giudizio per i 14 indagati, tra cui la stessa La Rocca e un altro deputato regionale, Giorgio Ciaccio, ma anche i tre deputati Riccardo Nuti, Claudia Mannino e Giulia Di Vita, il portavoce grillino alla Camera Nuti e le due colleghe avevano parlato di una “montatura ben organizzata” nel M5S. “Ci è chiaro – hanno detto i tre deputati grillini – il tentativo di levarci politicamente di mezzo per avere campo libero, attraverso una montatura ben organizzata, che salvo ripensamento del Gup i magistrati avranno modo di smascherare nel processo penale”. I tre hanno duramente attaccato Claudia La Rocca e Giorgio Ciaccio, che nei mesi scorsi hanno raccontato ai magistrati quanto accadde quella notte delle forme false nel 2012 a Palermo.
“Le tesi accusatorie – hanno detto i tre deputati – si fondano sulle testimonianze di Claudia La Rocca e Giorgio Ciaccio, le quali, avendone già dimostrato l’inattendibilità per marcate incongruenze, dovranno reggere nel processo”. E oggi Nuti alza l’asticella e in una intervista al Corriere attacca il candidato sindaco Ugo Forello accusandolo di “conflitto di interessi simile a quello della Boschi per Banca Etruria”.
Adesso arriva la replica della deputata Claudia La Rocca, che si è autosospesa dal Movimento Cinque stelle dopo avere ricevuto l’avviso di garanzia. “È noto dagli atti che la denuncia iniziale è partita da soggetti terzi, anche se non in buona fede, avendolo fatto per motivazioni puramente politiche e personali, e che ci sono altri due indagati ad aver confermato i fatti – dice La Rocca all’Adnkronos – Continuare a insinuare montature costruite “nel” Movimento o attaccare il candidato sindaco di Palermo, nonostante l’archiviazione dell’esposto, significa continuare a lederne deliberatamente l’immagine”.
“Se il loro atteggiamento fosse stato diverso forse questa storia surreale non sarebbe mai arrivata a questo punto – prosegue Claudia La Rocca – Sicuramente dal punto di vista umano e politico stiamo pagando esageratamente un fatto dettato da ignoranza e che non ha avuto effetti o leso nessuno, da mesi viviamo tutti in mezzo ad una bufera, ma credere nella giustizia rimane l’unica strada percorribile”.
Nei mesi scorsi gli stessi tre deputati, Nuti, Di Vita e Mannino, avevano presentato un esposto nei confronti del candidato sindaco M5S Ugo Forello. Una querela che aveva fatto aprire un’inchiesta a carico del candidato sindaco di Palermo per “induzione a rendere dichiarazioni mendaci”. Nuti, sospeso dal M5S, aveva presentato con altri portavoce grillini, un esposto alla Procura di Palermo e all’Ordine degli avvocati, in cui si accusava Ugo Forello, di avere orientato le dichiarazioni rese della super testimone dell’inchiesta sulle firme false, Claudia La Rocca, indagata e autosospesa, ”millantando” rapporti con la Procura.
Una prima volta, la Procura aveva chiesto di archiviare l’inchiesta ma i deputati si erano opposti e il gip aveva fissato un’altra udienza che si è tenuta l’8 marzo. Anche in quella occasione la Procura aveva chiesto l’archiviazione. Che è arrivata di recente. Nell’esposto i grillini sospesi, che però continuano regolarmente la loro attività politica in aula, veniva ipotizzato il reato di millantato credito commesso da Forello, reato che i pm non hanno ravvisato. Adesso l’ennesimo attacco di Nuti nei confronti del candidato sindaco di Palermo, che al momento preferisce non replicare.