Una coppola storta per promuovere il G7 di Taormina ed è subito polemica. A Palazzo Chigi non brillano certamente per fantasia e così come foto spot dell’evento in programma il 26 e 27 maggio, studiata per la App del governo, spunta l’immagine di un giovane con la coppola, sigaretta sulle labbra e bretelloni su una camicia scura, che adocchia insistente una ragazza vestita di rosso e con l’ombrellino.
Classico stereotipo della Sicilia che più usurato non si può. Tanto da far dire al presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone “non avrei mai immaginato di dovere prendere le distanze da uno spot per il prossimo G7. Mi auguro si sia trattato di un errore e per questo chiederò formalmente alla Presidenza del Consiglio dei ministri di ritirarlo”.
Unanimi le reazioni anche dal mondo della cultura. Di immagine “di una Sicilia kitsch” parla Gaetano Savatteri, lo scrittore di Racalmuto che di recente ha pubblicato “Non c’è più la Sicilia di una volta”.
“Nel tentativo di fare una cosa giusta ne hanno fatto una sbagliata”, dice Savatteri. “Questa, a mio avviso – spiega – non è una promozione ma una parodia della pubblicità di Dolce&Gabbana e, inevitabilmente, tutte le parodie e le copie rischiano di diventare folk. Non si capisce se si vuole promuovere la Sicilia o la Sicilia coi vestiti di D&G. Per intenderci, se si fotografava un carretto siciliano 30 anni fa era il documento di un’epoca o di un mestiere che scompare. Se lo fai oggi stiamo fotografando una sfilata folkloristico. Quindi, siamo dentro lo stereotipo che è la cosa di cui la Sicilia non ha bisogno”.
Per Savatteri “gli stereotipi possono nascere anche recenti, questo è lo stereotipo della Sicilia di D&G, per carità, rispettabile ma che a loro volta rifanno una Sicilia cinematografica degli anni Sessanta, una Sicilia post moderna”. Insomma “una Sicilia di quarta mano che rifà il verso a Malena o a Sedotta e abbandonata” perché “non rispecchia la Sicilia di oggi. Mi ricorda quei souvenir kitsch che vendono con il pupazzetto con su scritto ‘U mafiusu'”.
Polemico anche l’assessore regionale al Turismo Antony Barbagallo. “Mi auguro che si sia trattato semplicemente di un errore di valutazione e che, al più presto, si possa rimediare realizzando uno spot che esalti piuttosto la nostra identità e le nostre straordinarie eccellenze, da quelle artistiche a quelle gastronomiche, che rappresentano il nostro patrimonio, e di cui andiamo fieri. Mi rammarica – aggiunge – constatare che si è sprecata un’occasione per promuovere un’immagine nuova della Sicilia, lontana dagli stereotipi comuni e dai pregiudizi. Quella Sicilia bella che, con impegno profuso, stiamo cercando di rilanciare in tutto il mondo attraverso le fiere internazionali”.
Comunque dopo le reazioni suscitate dalla foto, Palazzo Chigi ha deciso di rimuovere l’immagine da siti e App. Esperimento miseramente fallito.
(Foto Italpress)



