Fiamme ad Altofonte, il sindaco valuta i danni e chiede lo stato di calamità. Angela De Luca, primo cittadino del centro del Palermitano non ha dubbi: “Appare chiaro a tutti l’attentato che abbiamo subito, non sono servite bombe, armi, ma hanno distrutto il nostro territorio. Dichiareremo lo stato di calamità, perché la montagna per noi era vita, ossigeno, acqua e per tanti lavoro. Un attentato che ci costerà carissimo dal punto di vista di risorse e di cuore”.
L’incendio scoppiato nella serata di sabato ha distrutto centinaia di ettari di polmone verde. “Paesaggi e luoghi che abbiamo percorso con lo sguardo, da bambini, coi nostri figli adesso non ci sono più – dice – L’odore acre del fumo è sui nostri vestiti, sulla nostra pelle, fisso nelle pareti delle nostre case e li resterà per giorni”.
La De Luca ringrazia il personale che è intervenuto per domare le fiamme nel bosco della Moarda. “Un pensiero lo voglio rivolgere ai volontari della protezione civile, vigili del fuoco, croce rossa, 118, impiegati comunali e soprattutto operai forestali che sono ancora impegnati ad Altofonte ed in tutta la Sicilia che ancora brucia sotto i nostri occhi. Faremo la conta dei danni, fortunatamente non abbiamo subito vittime umane ma danni a macchine, abitazioni, rete idrica, pubblica illuminazione, strade, e soprattutto la nostra identità, il nostro cuore, la nostra vita” – conclude.
Intanto secondo le stime della Coldiretti sono stati oltre 600 gli interventi aerei necessari a spegnere i roghi in estate. “Per ricostituire i boschi ridotti in cenere dal fuoco ci vorranno fino a 15 anni” – stima la Coldiretti con riferimento al rogo divampato da Altofonte alle aree protette della riserva dello Zingaro in Sicilia e ad altre zone della penisola: “se certamente il divampare delle fiamme è favorito dal clima anomalo, con la caduta del 30 per cento di precipitazioni in meno nei primi sette mesi dell’anno, a preoccupare è l’azione dei pirmani con il 60 per cento degli incendi causato volontariamente.