Individuata per la prima volta in modo completo e dettagliato una potentissima eruzione stellare. A esplodere nell’atmosfera la stella Hr 9024, segnata da un intenso lampo di raggi X, seguito dall’espulsione di una gigantesca bolla di plasma (Cme o Coronal Mass Ejection).
Il risultato, descritto sulla rivista Nature Astronomy, si deve al gruppo di ricercatori guidati da Costanza Argiroffi, dell’Università di Palermo. Una scoperta che conferma che queste bolle di plasma vengono prodotte anche in stelle attive e che dall’altro apre la possibilità di studiare in modo sistematico simili eventi in stelle diverse dal nostro Sole.
“La tecnica che abbiamo utilizzato si basa sul monitoraggio delle velocità dei plasmi durante un brillamento”, commenta Argiroffi, che è anche associata all’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf). I ricercatori hanno analizzato un brillamento avvenuto su questa stella distante circa 450 anni luce da noi, grazie ai dati raccolti dal satellite Chandra.
Durante l’osservazione si è visto del materiale molto caldo (tra i 9 e 25 milioni di gradi) che prima sale e poi scende con velocità comprese tra 400 mila e 1,4 milioni di chilometri l’ora, e del plasma più freddo (quasi 4 milioni di gradi) che dopo il brillamento si solleva dalla stella. Oltre alla velocità, gli studiosi sono riusciti a ricavare anche la massa della bolla di plasma (Cmr) studiata, pari a un milione di miliardi di tonnellate, circa diecimila volte maggiore di quelle più massicce prodotte dal Sole.
La velocità osservata invece è minore rispetto alle previsioni. Ciò indica, secondo i ricercatori, che il campo magnetico nelle stelle attive è probabilmente meno efficiente nell’accelerare le bolle di plasma rispetto al campo magnetico solare. (ANSA)