Intervista con Fatima Baroudi, console generale del Marocco a Palermo

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fatima baroudi
La Sicilia ponte nel Mediterraneo tra Europa e Nord Africa, Fatima Baroudi, console del Marocco a Palermo parla del suo Paese, della sua cultura e del dialogo corretto con il mondo musulmano. Un’opportunità per conoscere il regno in cui convivono modernità e tradizioni.
Quando è arrivata a Palermo e quali erano state le sedi diplomatiche nelle quali aveva lavorato?
“Sono arrivata a Palermo il 1° ottobre 2017, dopo aver passato due anni a Milano come Console Generale.

Sono diplomatico di carriera ed ho lavorato tanto in ambito bilaterale quanto in ambito multilaterale. Il mio primo posto da diplomatico è stato a Ginevra, dopo Londra, New-York, Roma e Berlino dove ero il vicario dell’Ambasciatore”.

Che impressione le ha fatto Palermo e la Sicilia?
“Palermo e la Sicilia in generale rappresentano per me il migliore connubio tra il mondo arabo e il mondo occidentale. L’isola custodisce monumenti storici che consentono un dialogo continuo delle culture (fenicia, greca, romana, bizantina, araba, normanna spagnola, francese…) su questa bellissima terra”.
Il Marocco è un Paese musulmano in cui non si è sviluppato il fondamentalismo, qual è la differenza rispetto ad altri Paesi arabi dove purtroppo questo accade?
“I motivi per i quali non c’è mai stato una spinta del fondamentalismo in Marocco possono essere attribuiti al fatto che il Marocco ha sempre incoraggiato un’Islam moderato (dottrina Malikita, Asharita) che non permette a nessuno di negare l’Islam dell’altro (il Credo religioso dell’altro). Il Marocco ha scelto il dialogo interreligioso e ha sempre protetto la comunità ebraica che risiede in Marocco da secoli. La vicinanza all’Europa (solo 14 km di distanza) ha molto contribuito all’apertura del paese ad altre culture così come ai valori universali quali: La democrazia, il rispetto dei diritti umani, la protezione delle minoranze.

La religione in Marocco è presa molto seriamente e ciò spiega che sia istituzionalizzata. Il Regno ha la particolarità di aver un Re che ha il titolo di “Amir Al Mouminine” che significa “Commendatore dei Credenti” e grazie a questo statuto molto speciale, il Sovrano ha autorità su tutti i suoi sudditi credenti che siano musulmani o altro. Essi gli giurano fedeltà ed egli li protegge garantendogli la libertà di praticare le loro religioni. Questo statuto protegge il Regno dal fondamentalismo nella misura in cui nessuno è autorizzato a dettare la propria “fatwa”. Un consiglio superiore degli “Oulémas” (“gli Eruditi”), presieduto dal Re è l’unico ente che può occuparsi di consultazioni religiose, che a seguito sono rese ufficiali. Questo consiglio superiore controlla il lavoro dei consigli locali degli “Oulémas”, presenti in 13 province, per rispondere ai bisogni spirituali dei cittadini. Inoltre, occorre segnalare che i luoghi di culto non musulmani, quali chiese e sinagoghe, beneficiano di una grande protezione dalle autorità marocchine. Alcune di esse, perfino, sono state restaurate. All’uopo, vorrei citare la sinagoga la più antica di Fès che porta il nome di Slat Al Fassiyine, restaurata nel 2013 ed inaugurata alla presenza del Capo del Governo dell’epoca, Abdellilah Benkirane, e la sinagoga Simon Matias  a El Saouino, in  corso di restauro in stretta collaborazione con la Germania.  Quest’ultima è una delle sinagoghe più conosciuta di Casablanca. I lavori di restauro sono incominciati nel 2016 ed inaugurati alla presenza di S.M. il Re Mohammed VI”.

Con il re Muhammad VI il Marocco sta puntando sullo sviluppo delle infrastrutture, sul turismo  e sulle relazioni con gli altri Stati del Mediterraneo e dell’Africa, può dirci brevemente qual è la visione del governo?

“Il Regno del Marocco è innanzitutto un paese politicamente stabile in cui, da più anni, si è instaurata una dinamica costante di apertura e di democratizzazione. A ciò si aggiunge una rete di infrastrutture moderne e robuste, 16 aeroporti internazionali, 38 porti di cui 18 dedicati al commercio internazionale tra i quali, a capo, il porto di Tanger Med. Questa singolare piattaforma al servizio dell’Europa e dell’Africa è sostenuta da reti autostradali e ferroviarie sviluppate (il TGV -TAV- è l’ultimo neonato, inaugurato a novembre scorso, che può avvalersi dell’assistenza altamente tecnica della Francia).

Le piattaforme industriali, dal canto loro, si sono concretizzate con l’insediamento della Casa Renault-Marocco, a Tangeri. Il piano di accelerazione industriale per il periodo 2014-2020 punta a portare questo settore a quota 23 % del PIB. 

D’altronde, il Marocco non impone alcuna restrizione sul capitale detenuto dai non residenti e permette il rimpatrio gratuito dei benefici e dei capitali da questi ultimi. In questa ottica, il Marocco ha concluso oltre 100 accordi di non doppia imposizione e di protezione degli investimenti con più paesi del Mediterraneo e dell’Africa. Il Regno del Marocco può vantare un insieme unico di accordi di libero scambio consentendo l’accesso a un mercato di 1,3 miliardo di consumatori. Inoltre, il Marocco è anche presenti su determinati settori di punta quali ad esempio il settore dell’aeronautica dove è specializzato nella fornitura di componenti per questa industria.  L’ultimo accordo è stato firmato con la Boeing il 27/09/2016. Il Marocco ospita due saloni importanti del settore: l’Airshow di Marrakech et le B To B aerospace meetings di Casablanca.

L’industria del turismo in Marocco, è in seconda posizione per importanza nel PIB marocchino, grazie alle sue infrastrutture moderne ed alle sue eccellenti strutture ricettive, ha nel 2018 riscontrato un incremento del 19% di turisti stranieri da gennaio ad aprile rispetto all’anno precedente. Il paese è al secondo posto delle destinazioni in Africa. Il lavoro molto laborioso effettuato dal Marocco a livello delle infrastrutture per renderlo più efficace, gli è valso un ottimo posto nella classifica dei paesi più attrattivi per gli investimenti in Africa, posizionandolo subito dietro il Sud Africa. L’Africa rimane una sfida importante a livello internazionale non solo per la sicurezza o la stabilità ma anche per lo sviluppo economico del continente. 

In merito agli investimenti diretti esteri del Marocco in Africa, essi superano i 17,5 miliardi di Dirham per il periodo 2008-2015, realizzati nei servizi, banche, assicurazioni, e nelle telecomunicazioni successivamente (Maroc Telecom è presente in 9 paesi del continente). Riguardo l’industria del turismo, secondo settore nel PIB marocchino, il Marocco grazie alle sue infrastrutture moderne ed alle sue eccellenti strutture ricettive ha nel 2018 conosciuto un incremento del 19% di turisti stranieri da gennaio ad aprile rispetto all’anno precedente. Il paese è al secondo posto delle destinazioni in Africa”.

Ritiene che la Sicilia e l’Italia. vista la posizione geografica e la storia possano essere naturali “ponti” tra Europa e Nordafrica?
“La presenza dell’Italia nel bacino mediterraneo, così come la vicinanza geografica al nord Africa, colloca il paese in una posizione ideale per il dialogo e gli scambi con i paesi del Maghreb e conferisce alla Sicilia un ruolo importante da svolgere in questa ottica. Non è stato per caso che l’ultima conferenza per la Libia (2018) si è tenuta a Palermo.

Inoltre, con tutte le civilizzazioni e le culture che hanno arricchiti la Sicilia di cui la civilizzazione araba, i Siciliani hanno molte cose in comune con gli arabi dall’aspetto fisico, molto spesso, alla generosità, all’apertura all’altro, all’accoglienza dell’immigrato senza far notare la sua differenza religiosa, di razza, di lingua o altro ancora. Per questo riguardo, la cucina siciliana dimostra anche le proprie origini arabe attraverso alcune deliziose pietanze come il cuscus e la pasticceria”.