Lampedusa: 40 positivi verso la zona rossa, oltre 500 migranti in due giorni

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Lampedusa verso la zona rossa. Nella più grande delle Pelagie sono attualmente 40 i positivi, un dato che sfora i parametri previsti dalla normativa nazionale in base al rapporto con la popolazione. Solo nell’ultima settimana si sono registrati 32 nuovi casi. L’ordinanza del governatore siciliano, Nello Musumeci, dovrebbe arrivare nelle prossime sulla scorta della relazione dell’Azienda sanitaria provinciale di Palermo, da cui le Pelagie dipendono.

“L’unica via d’uscita è la vaccinazione di massa, senza il rischio di mettere in ginocchio l’economia di un’isola, come la nostra, a vocazione turistica è più che concreto. Una certezza”. Il sindaco di Lampedusa Totò Martello non usa giri di parole. La possibilità di viaggi all’estero mentre in Italia si moltiplicano le zone rosse? “Una cosa assolutamente sbagliata, una contraddizione – dice all’Adnkronos -. Non si capisce per quale motivo ancora nel nostro Paese non si passi alla somministrazione di massa delle dosi vaccinali in tutti i posti turistici e, a maggior ragione, nelle isole minori”.

Negli anni scorsi a Pasqua Lampedusa poteva contare già sulle prime prenotazioni. “Arrivavano i primi vacanzieri di una stagione che si allungava sino a settembre-ottobre – spiega il primo cittadino -. Perché gli italiani scelgono di andare all’estero, nelle isole della Grecia o della Spagna? Semplice, perché sono Covid-free, perché quei Paesi hanno scelto la strada intelligente della vaccinazione di massa nelle località turistiche”.

A Lampedusa la somministrazione delle dosi, invece, ha subito una battuta di arresto. “Era programmata per il 19 marzo e, invece, ancora oggi siamo fermi. Si procede con i richiami”, ammette il primo cittadino. “Se non si vuole vaccinare la popolazione delle località di villeggiatura allora ci diano i contributi per andare avanti”, dice Martello, per il quale è “una vergogna che non si agisca”.

“Qui la gente va vaccinata per una serie di ragioni: perché siamo area di frontiera, e di questo il Governo non ne sta tenendo conto, perché non abbiamo strutture sanitarie adeguate a fronteggiare emergenza Covid e per arrivare in un ospedale occorre usare l’elisoccorso, prendere un aereo o fare otto ore di nave per arrivare in Sicilia”. C’è chi dice che Lampedusa è esposta al rischio contagio anche per via degli sbarchi dei migranti. “E’ una fesseria, una strumentalizzazione bella e buona. Il Covid lo portiamo noi e non certo i migranti, che una volta sbarcati vengono controllati e trasferiti”, conclude il sindaco.

La preoccupazione c’è. Soprattutto in vista dell’estate che rischia di essere “affollata” perché “numeri simili in questo periodo dell’anno non ci sono mai stati”, ma Lampedusa “al momento non è assolutamente in emergenza”. Totò Martello, il sindaco della più grande delle Pelagie, agli sbarchi di migranti sulla sua isola è abituato. “Basta un giorno di bel tempo”, dice all’Adnkronos. Eppure, gli arrivi fuori stagione delle ultime ore con oltre 550 persone approdate lo preoccupano. “E’ vero che siamo attrezzati dal punto di vista dell’accoglienza e sino a quando il meccanismo dei trasferimenti funziona il problema non si pone, ma se i numeri dovessero crescere in maniera esponenziale e il sistema incepparsi?”.

La gestione del fenomeno migratorio chiama in causa l’Europa. “Dovrebbe riprendere la politica estera nei confronti dei Paesi rivieraschi del Mediterraneo per consentire ingressi legali in Europa, invece di consegnare questa gente disperata nelle mani di delinquenti e trafficanti di morte”, sottolinea Martello. Invece, con l’emergenza pandemica il fenomeno migratorio sembra sparito dall’agenda della politica. “In Europa si parla solo di vaccini, in Italia solo di contagi o di numeri falsi – dice -. Come se il problema fosse risolto. Invece non è così. Occorre parlarne, senza speculazioni politiche, per trovare una soluzione. Il silenzio su questo tema è un brutto segnale”.

Proprio per accendere i riflettori sul fenomeno e su Lampedusa il sindaco Martello il 17 marzo ha scritto una lettera al premier Mario Draghi per ribadire che “esistiamo anche noi” e per invitarlo sull’isola “in modo da poter conoscere la realtà”. Nel tempo l’approccio sulla questione migratoria, scrive il primo cittadino, “è stato determinato da valutazioni contingenti, il sussistere di maggiori o minori criticità, la pressione della stampa o dell’opinione pubblica ovvero dei differenti indirizzi politici sempre attraversati da profondi conflittualità e da scelte speculative di una parte o dell’altra non hanno mai contribuito ad affrontare correttamente la questione”. Al presidente del Consiglio il sindaco è pronto a mostrare la ‘sua’ isola: “un luogo di frontiera che ha maturato una dura lezione e una seria consapevolezza sul tema delle migrazioni”.

“A Lampedusa è già emergenza migranti. I barconi continuano ad arrivare con le forze dell’ordine impegnate h24 in turni estenuanti e nel silenzio assoluto del Governo nazionale. Aspettiamo che il premier Draghi si pronunci sul fenomeno e venga sull’isola in modo da rendersi conto di persona di quello che da anni i cittadini di questa isola sono costretti a subire”. A dirlo all’Adnkronos è Rosario Costanza, segretario di Forza Italia a Lampedusa, dove tra ieri e oggi sono circa 550 i migranti sbarcati. Per alleggerire la pressione sull’hotspot di contrada Imbriacola, intanto, proseguono i trasferimenti. Ieri circa 340 sono stati imbarcati sulla Rhapsody, che ha lasciato Lampedusa alla volta di Augusta, oggi toccherà alla Excellent accogliere gli ospiti del centro.  A preoccupare i lampedusani, secondo Costanza, è anche “il rischio contagio”. “Chiediamo che i dati che riguardano i positivi tra i migranti e i numeri complessivi degli arrivi siano resi noti alla popolazione – aggiunge -. I cittadini hanno diritto di essere informati e tranquillizzati. Apprendere dai giornali che tra i migranti sbarcati sull’isola sono stati segnalati casi di variante nigeriana è inconcepibile. Pretendiamo chiarezza, innanzitutto dal sindaco”.