Le mani della mafia sui lavori di valorizzazione del patrimonio artistico dei Nebrodi. I Carabinieri del Comando provinciale di Messina, guidati dal colonnello Jacopo Mannucci Benincasa, hanno inferto un duro colpo alla famiglia mafiosa di Mistretta.
Sono 14 le misure cautelari emesse, tre persone sono finite in carcere e undici hanno l’obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria. I militari del Comando Provinciale Carabinieri di Messina hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Messina su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo peloritana, guidata dal Procuratore della Repubblica Maurizio De Lucia, nei confronti delle 14 persone ritenute responsabili – a vario titolo – di tentata estorsione in concorso aggravata dal metodo mafioso e trasferimento fraudolento di valori.
Il provvedimento scaturisce dagli esiti di una complessa indagine condotta, sin dal 2015, dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Messina, coordinata dai pm di Messina, Angelo Cavallo e Vito Di Giorgio, nei confronti della famiglia mafiosa di Mistretta (Messina), attiva nella parte più occidentale della provincia peloritana, “che ha permesso di di svelare un tentativo di estorsione, eseguito da un consigliere comunale di Mistretta, tuttora in carica, in concorso con altri due, di cui uno già destinatario di un provvedimento di sequestro dei beni, in ragione della sua riconosciuta intraneità a Cosa nostra palermitana”, dicono gli inquirenti, ai danni di 2 imprenditori edili, aggiudicatari dell’appalto, del valore di circa 1 milione di euro, indetto dal Comune e finanziato dall’Unione Europea per la riqualificazione dei 12 siti dove sono installate le opere d’arte contemporanea che costituiscono il noto percorso culturale ”Fiumara d’Arte”.