L’ex pm della Dda, Massimo Russo critico verso il collega Nino Di Matteo per la gestione della polemica con il ministro Bonafede nella vicenda delle scarcerazioni facili. “Se il collega Di Matteo ha inteso manifestare il proprio risentimento umanamente comprensibile per non essere stato nominato alla prestigiosa carica del Dap, dopo essere stato cercato dal ministro Bonafede, siamo davanti a un fatto di natura esclusivamente personale e che non meritava una ribalta pubblica – ha detto Russo -. Se invece, come lui implicitamente paventa, l’improvvisa e incoerente decisione del ministro è stata in qualsiasi modo condizionata da eventi esterni legati all’insofferenza di detenuti mafiosi che erano preoccupati dell’arrivo di Di Matteo alla poltrona del Dap,è inopportuno che lui ne abbia parlato da Giletti se già aveva fatto tempestiva denuncia, come mi auguro, nelle sedi competenti” – ha attaccato il magistrato, oggi sostituto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Palermo, nel corso di una intervista con l’agenzia di stampa Dire.
“Se però questa denuncia non è stata fatta a suo tempo – ha ammonito Russo, che dal 1994 al 2008 ha fatto parte della Direzione distrettuale antimafia di Palermo – trovo censurabile che un magistrato, peraltro componente del Csm, se ne ricordi dopo due anni intervenendo occasionalmente in una trasmissione televisiva e innescando un cortocircuito istituzionale che non fa bene al nostro Paese, impegnato in un momento delicato”.