Mafia: operazione Falco, ecco chi sono gli arrestati, il capo di Santa Maria di Gesù deciso al ristorante. Foto

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Ecco i nomi degli arrestati nel blitz antimafia denominato ” operazione Falco ” dei carabinieri del Ros e di quelli del Comando provinciale di Palermo: Pietro Cocco, 58 anni, Giuseppe Confalone, 47 anni, Giuseppe Contorno, 69 anni, Salvatore Lo Iacono, 55 anni, Gaetano Messina, 52 anni, Antonino Palumbo, 44 anni, Pasquale Prestigiacomo, 64 anni, Antonino Tinnirello, 57 anni, Giuseppe Tinnirello, 29 anni, Giuseppe Urso, 58 anni, Cosimo Vernengo, 51 anni, Giuseppe Natale Gambino, 59 anni, detenuto, Salvatore Gregoli, 59 anni, detenuto, Gabriele Pedalino, 21 anni, detenuto, Francesco Pedalino, 39 anni, detenuto, Antonino Profeta, 28 anni, detenuto, Salvatore Profeta, 72 anni, detenuto, Lorenzo Scarantino, 23 anni, detenuto, Salvatore Binario, 34 anni, Francesco Fascella, 79 anni, Giuseppe Gambino, 84 anni, Antonino Ilardi, 75 anni, Francesco Immesi, 28 anni, Antonino La Mattina, 25 anni, Girolamo Mondino, 83 anni, Christian Pizzo, 24 anni, Cosimo Vernengo, 53 anni, ai domiciliari.

La riunione convocata per nominare i nuovi vertici la fecero in un ristorante. A cena venne deciso che il capo della famiglia mafiosa di Santa Maria di Gesù sarebbe stato Giuseppe Greco. E’ uno dei particolari emerso dalla indagine del Ros che ha arrestato 27 persone per mafia. Al summit hanno partecipato almeno 12 uomini d’onore, Giuseppe Greco è stato confermato reggente, mentre Natale Giuseppe Gambino e Gaetano Messina rispettivamente sottocapo e consigliere. La carica di capodecina venne data a Francesco Pedalino e Mario Taormina. Antonino Profeta, pur in assenza di un incarico formale, fu presentato come rappresentante di Greco, mentre il vecchio boss Salvatore Profeta avrebbe scelto di non concorrere per alcun ruolo sia per l’età avanzata che per non sottrarre posti agli altri.

Cosa nostra continua a osservare rigidamente le sue regole. Dall’inchiesta operazione Falco del Ros emerge che capi storici come Salvatore Profeta davano vere e proprie lezioni ai più giovani affiliati del clan di Santa Maria di Gesù. In occasione di un rimprovero mosso dall’attuale capo mandamento Giuseppe Greco a un uomo d’onore, per un’estorsione che avrebbe dovuto fare, il boss dice: “Quando parliamo di Cosa nostra? parliamo di Cosa nostra! Quando dobbiamo babbiare (scherzare ndr)…babbiamo!”. Frase che mostra come anche gli uomini d’onore parlino dell’organizzazione come di “Cosa nostra”, invocandola come entità d’appartenenza di supremo e incondizionato rispetto.

Le estorsioni continuano a tappeto. E le vittime non denunciano. E’ quanto emerge dall’inchiesta del Ros sul clan mafioso di Santa Maria di Gesù. “Il riconoscimento esterno dell’associazione – scrive il gip che ha disposto le misure cautelari – è stato espresso anche da imprenditori che, in linea con la ricostruzione giurisprudenziale della figura dell’ imprenditore colluso, hanno fatto ricorso agli indagati al fine di ottenere la commissione di lavori presso terzi”. Agli uomini d’onore più bassi in grado, inoltre, era delegato l’esercizio della violenza necessario per esercitare il controllo sul territorio. L’inchiesta ha documentato un pestaggio ai danni di una vittima, che non è stata identificata, a cui avrebbero partecipato mafiosi come Lorenzo Tinnirello, Antonino Profeta e Francesco Pedalino.

 

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