Mafia, Rosy Bindi: “Non è sconfitta, per combatterla serve l’impegno dei cittadini”

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“La mafia non è stata ancora sconfitta ed essere italiani significa conoscere la mafia e attrezzarsi per combatterla. Dobbiamo uscire dall’idea degli eroi, dall’idea che la mafia riguardi soltanto magistrati, forze dell’ordine, associazioni antimafia, anzi paradossalmente sogno il giorno in cui non ci saranno le associazioni antimafia. Dobbiamo tornare alla normalità”.

Lo ha detto l’ex presidente della Commissione antimafia Rosy Bindi, nel corso di un incontro dibattito a palazzo Steri alla presenza di Fiammetta Borsellino, figlia del giudice Paolo ucciso dalla mafia nella strage di via D’Amelio, e di Claudio Fava, presidente della commissione regionale antimafia.

“Non abbiamo supplenti nella lotta alla mafia, che deve essere un impegno della cittadinanza – ha aggiunto Rosy Bindi – ciascuno di noi è un presidio antimafia. Ecco perché è importante entrare nelle scuole, i ragazzi devono sapere che cos’è la mafia. Non è pensabile che un ragazzo che esce dalla scuola non sappia cosa è la mafia”.

Poi, ha detto Rosy Bindi “se parlate con qualche collaboratore di giustizia vi dirà che odia Riina, che lo considera il vero distruttore di Cosa Nostra, perché la stagione delle stragi ha creato il presupposto per vincere una battaglia. Paradossalmente è stato l’agire mafioso a rischiare di distruggere Cosa Nostra”.