Mafia: Totò Riina resta ancora “il capo dei capi”, nonostante la malattia e il carcere, e la moglie Ninetta Bagarella, recita un ruolo di primo piano “dietro le quinte”. Lo sostengono i vertici dei carabinieri commentando il sequestro da un milione e mezzo di euro alla famiglia del superboss mafioso.
“Totò Riina è ancora il capo dei capi”, ha detto all’Adnkronos il colonnello Antonio Di Stasio, comandante provinciale dei Carabinieri di Palermo. “Riina mantiene ancora ferma la sua posizione da capo – ha spiegato ancora Di Stasio – seppure sia ancora in carcere e ancora una figura autorevole e autoritaria. E quello che si è fatto nel tempo – aggiunge il colonnello – oltre a depotenziare il sodalizio corleonese ha attaccato il suo patrimonio. Non solo il patrimonio nella sua disponibilità ma anche nella disponibilità della moglie e dei figli. E’ stato fatto tanto altro. Basta ricordare un mese fa il sequestro a carico di Rosario Lo Bue, reggente del mandamento di Corleone. Sono tutti segnali molto importanti che danno maggiore credibilità allo Stato e all’azione di contrasto nei confronti di Cosa nostra. La figura di un capo finisce solo con la sua morte – ha affermato Di Stasio spiegando il perché nonostante il carcere Riina sia ancora così forte -, Riina ha ancora un ruolo carismatico e di grande attenzione da parte di tutti. Rimane unico e fondamentale punto di riferimento”.
Con il sequestro dei beni per oltre 1,5 milioni di euro al boss mafioso Totò Riina si “colpisce l’immagine del capo di Cosa nostra, che è certamente depotenziato sul piano fisico, ma gli accertamenti hanno confermato che è il capo indiscusso con il carisma di sempre e il ruolo, dietro le quinte, della moglie Nina Bagarella”, ha detto il capo del Ros dei Carabinieri Giuseppe Governale. “Con questi accertamenti dei carabinieri – ha affermato Governale – si rivela un mondo che è quello delle famiglie mafiose che non vuole avere a che fare con il fisco, sono stati 38 i rapporti bancari sequestrati riconducibili alla moglie e ai tre figli del capo dei capi, escluso Giovanni detenuto, per un valore stimato di circa un milione e mezzo di euro. Qualcuno dice che nel giorno delle commemorazioni per la strage di via D’Amelio bisognerebbe rispettare con il silenzio la memoria del giudice Paolo Borsellino. Certo, noi dobbiamo rispettare la sua memoria, ma lo facciamo parlando. Facendo capire che ci sono parenti di un boss ospitato in studi televisivi importanti, in prima serata. E adesso questo signore viene colpito da un provvedimento di sequestro dei beni”, ha sottolineato Governale confermando che “continua a essere forte il radicamento di Cosa nostra in quei territori, anche nella capacità di dirimere le controversie. Emerge, a fronte di dichiarazioni dei redditi negativi, per la famiglia di Ninetta Bagarella, dei figli poi di Maria Concetta Riina, sposata con Antonino Ciavarello e di Lucia, sposata con Antonino Bellomo, un patrimonio di circa un milione di euro”, ha detto Governale.
Il sequestro di beni a Riina “è il risultato di un impegno investigativo notevole, incredibile, dei Carabinieri di Monreale e di Corleone, che in questi anni hanno svolto delle indagini molto efficaci e hanno individuato gli assetti degli elementi di vertice della famiglia mafiosa di Corleone”. Lo ha detto il colonnello Daniele Galimberti del Ros dei Carabinieri. “La raccolta di tutti i dati investigativi – ha osservato il colonnello – ci ha portato a individuare le nuove disponibilità di Riina e dei suoi familiari”. (Adnkronos)