L’inchiesta sul traffico di gasolio dalla Libia sta rivelando risvolti che vanno ben oltre il semplice furto e contrabbando di petrolio. Secondo il procuratore della Repubblica di Catania, Carmelo Zuccaro “l’organizzatore del traffico di petrolio dalla Libia è un soggetto al comando di una milizia ben precisa che opera in quel territorio, lo stesso in cui avvenivano i traffici di migranti clandestini: due grandi fonti di reddito derivanti da traffici illeciti. Nello stesso territorio per lungo periodo era attestata la presenza anche di militari di Daesh”.
Il magistrato ha rivelato la notizia ai microfoni di Sky TG24 HD. Zuccaro è il titolare dell’inchiesta sul riciclaggio di gasolio libico rubato dalla raffineria di Zawyia e immesso illegalmente sul mercato italiano. “Quelli che avevano la base tra Sabrata, Zuara e Zawyia – ha spiegato – erano gli stessi che si occupavano del traffico di petrolio e di esseri umani. Abbiamo ragione di ritenere che il centro delle basi in cui sono riuniti questi migranti che vogliono arrivare in Italia si sia spostato, rispetto a questi territori originari, più a est, tra Misurata e Tripoli. L’accordo tra Italia e Libia è servito a ridurre il traffico e cambiare alcune condizioni. – ha concluso – Questo era fondamentale, ma adesso non ci dobbiamo illudere di aver risolto il problema. Potremo essere ragionevolmente soddisfatti quando avremo debellato i trafficanti, quando non ci si dovrà più affidare alla via del mare per arrivare a vivere in condizioni migliori. Ma non può essere l’Italia l’unico Paese che si fa carico di questi problemi”.