Il centrodestra siciliano è ancora un cantiere aperto. In vista delle elezioni regionali del 5 novembre le posizioni tra le forse della coalizione restano distanti, ma oggi Gianfranco Miccichè ha fatto una parziale retromarcia sul suo “no” a Nello Musumeci.
Non più tardi di due giorni fa il commissario siciliano di Forza Italia aveva chiuso la porta al candidato alla presidenza Nello Musumeci, sostenuto da #DiventeràBellissima e Fratelli d’Italia e apprezzato anche da Stefano Parisi e Gianfranco Rotondi. Il caso è finito sul tavolo di Silvio Berlusconi che nel corso di una lunga telefonata avrebbe chiesto a Miccichè ogni sforzo per mantenere unito il centrodestra siciliano.
Il casus belli utilizzato da Micciché per rompere con l’ex presidente della commissione regionale Animafia è stata la posizione di Musumeci circa l’alleanza con Angelino Alfano.
Nel corso di un confronto con l’esponente forzista, il fondatore di #DiventeràBellissima aveva posto tre condizioni per includere gli alfaniani in coalizione. La prima, che in assenza di un accordo complessivo nazionale Alfano si presentasse in Sicilia non con la sigla di “Alternativa popolare”, ma con una lista appositamente costruita per le regionali; la seconda che eventuali assessori designati non avessero fatto parte della giunta Crocetta; la terza che Alfano uscisse dalla maggioranza che a palazzo dei Normanni sostiene tutt’ora il governatore.
Le condizioni sono state definite “inaccettabili” da Miccichè che ha rotto le trattative. In realtà il commissario forzista starebbe tentando di trovare un candidato diverso da Musumeci, più malleabile è gradito all’asse Alfano-D’Alia-Romano. È circolato il nome di Gaetano Armao, qualcuno, come Tonino D’Alì ha tirato fuori l’ipotesi Basilio Catanoso, ex An come Musumeci ma ora forzista osservante.
Ma dentro Forza Italia in molti hanno fatto fronte comune per convincere Miccichè e Berlusconi a puntare su Nello Musumeci, che i sondaggi danno altamente competitivo per la vittoria finale nella competizione per Palazzo d’Orleans. A cominciare da Renato Schifani.
Anche Stefania Prestigiacomo auspica,in un intervista al Corriere della Sera, “un passo avanti di tutti. Credo che non sia in dubbio la candidatura di Musumeci, lui però faccia un gesto di amore verso la sua terra, eserciti il ruolo di leadership e si comporti di conseguenza” – ha detto l’ex ministro.
Più duro il commento del deputato regionale Vincenzo Figuccia: “Ho apprezzato molto l’intervento di Berlusconi, per chiarire la posizione ufficiale del partito in una regione come la nostra che storicamente ha regalato grandi successi a Forza Italia e che ora rischia di punire l’atteggiamento di chi con arroganza non comprende il volere della gente. Chi ha la responsabilità di aver fatto vincere Crocetta, deve ridimensionare la sua smania di protagonismo” – ha detto il parlamentare riferendosi a Miccchè.
Le reazioni e la scelta di Musumeci a proseguire comunque la corsa verso la presidenza della Regione deve comunque avere condotto Miccichè a più miti consigli. “Non c’è mai stata una mia chiusura a Musumeci. C’è stata una chiusura di Musumeci ad Alfano, e a me non piace il Musumeci che dice no ad Alfano, altrimenti non c’è nessun motivo di non avere Musumeci come candidato” – ha dichiarato oggi. I giochi nel centrodestra siciliano restano ancora aperti.