La nave Mare Jonio del progetto “Mediterranea”, approdata a Palermo dopo che il 3 ottobre scorso era salpata da Augusta per monitorare il Canale di Sicilia percorso dalle barche dei migranti, ha concluso la prima missione e si appresta, entro una settimana, a riprendere il mare. L’ha detto l’equipaggio del rimorchiatore che ha tenuto una conferenza stampa nel porto del capoluogo siciliano, alla presenza del sindaco Leoluca Orlando.
L’attività della nave è stata coadiuvata da altre due imbarcazioni a vela e da un gruppo di supporto a terra. Gli organizzatori del progetto, tra i quali il parlamentare di Leu Erasmo Palazzotto, hanno detto che per la prima missione sono stati raccolti 150 mila euro attraverso il crowfunding e che il progetto continua a ricevere adesioni da medici, marinai, tecnici che chiedono di imbarcarsi come volontari.
“La legislazione sull’immigrazione dell’Unione europea e dell’Italia è criminogena – ha detto Orlando – la mobilità è un diritto inalienabile e il proibizionismo, come sempre, aiuta i criminali. Dobbiamo evitare la logica del bersaglio: non esiste un “modello Riace” e neanche un ‘modello Palermo’, l’accoglienza e’ un diritto universale. Le prime vittime della legislazione comunitaria e nazionale sono i magistrati, costretti ad applicare leggi criminali”.
Per Palazzotto “il Mediterraneo centrale è un deserto. Centinaia di persone continuano a morire mentre l’Ue si gira dall’altra parte. Il salvataggio è diventato una questione burocratica tra stati, un calcolo di distanze quasi millimetrico tra una zona Sar e l’altra. Mediterranea non è una Ong ma un progetto che vuole trasformare l’indignazione in azione”. (ANSA)