Poco meno di un secolo di carcere, per la precisione 83 anni di reclusione. E’ la richiesta formulata dai pm Calogero Ferrara e Claudio Camilleri per sei eritrei accusati di associazione a delinquere finalizzata alla tratta di esseri umani. Sono i sei soggetti arrestati dagli uomini della Squadra Mobile di Palermo nell’ambito dell’operazione “Glauco 1”, avviata subito dopo il tragico sbarco del 3 ottobre 2013 a Lampedusa in cui morirono 366 migranti.
Sotto processo – col rito abbreviato davanti al gup Laura Gelardi – sono finiti: Tesfahiweit Woldu, eritreo, 26 anni (pena richiesta: 16 anni di reclusione e 33.400 euro di multa), Samuel Weldemicael, eritreo, 27 anni, (pena richiesta: 17 anni di reclusione, 33.400 euro di multa); Mohammed Salih, eritreo, 25 anni (pena richiesta: 16 anni di reclusione, 33.400 euro di multa); Yared Afwerke, eritreo, 25 anni (pena richiesta: 12 anni di reclusione e 33.400 euro di multa); atywos Melles , eritreo 48 anni (pena richiesta: 14 anni e 8 mesi di reclusione, 33.400 euro di multa); Nuredin Atta Wehabrebi, eritreo, 31 (pena richiesta: 8 anni di reclusione e 16.600 euro di multa).
Quest’ultimo – ritenuto uno dei capi del gruppo assieme ai latitanti Ermias Ghermay, John Marhaye Shamshedin Abkadt – ha deciso di collaborare con la giustizia, divenendo il “primo pentito” a rivelare particolari, affari, nomi e cognomi dei componenti del network criminale transazionale che lucra con il traffico dei migranti.