Mistero sulle bici di Montante, la fabbrica di famiglia forse non è mai esistita. La vicenda pirandelliana parte da Serradifalco, che all’ex capo di Sicindustria ha dato i natali. Nella cittadina nissena c’è chi è pronto a giurare che della fabbrica di biciclette non ha mai avuto notizia, alcuni ricordano soltanto di una officina che rigenerava ammortizzatori, altri parlano persino di “un negozio che vendeva biciclette di vari marchi e le affittava chiedendo in pegno giubbotti e maglioni”.
A Serradifalco gli anziani del paese allargano le braccia e sorridono di fronte alle domande sulla “Montante cicli“, la fabbrica che secondo Antonello Montante, arrestato per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione nell’inchiesta della Dda nissena, fu creata dal nonno Calogero a cavallo tra le due Guerre e dunque di terza generazione.
Una storia ricostruita da Montante nel sito online della “Montante cicli” con le bici vendute alle case reali e all’Arma dei carabinieri, finita nel libro “La volata di Calò” dello scrittore e giornalista Gaetano Savatteri, sceneggiato e portato in giro nei teatri, in cui si narra anche che Andrea Camilleri usò una bici Montante da Porto Empedocle a Serradifalco per cercare il padre durante la guerra.
“Ma quale fabbrica? Qui a Serradifalco all’epoca potevano esserci sì e no dieci bici in giro per il paese”, dice Salvatore, 92 anni, mentre gli amici, Luigi e Francesco annuiscono seduti su una panchina della piazza del paese. Secondo la storia pubblicizzata da Montante, la fabbrica sarebbe sorta in via Dante al civico 114, a pochi metri dalla piazza. Ma l’ex sindaco Giuseppe Maria Dacquì è certo: “Non c’è mai stata, ho abitato con la mia famiglia a neanche dieci metri da quel civico. Lì c’era una specie di deposito”.
Il nonno, secondo Antonello Montante, assemblava le bici col marchio di famiglia in via Garibaldi, una lunga arteria che finisce nella piazza. Qui al civico 64, accanto all’ex Casa del fascio, ci sono tre saracinesche in un largo marciapiedi.
“Sono abbassate da almeno trent’anni”, dice una dipendente di un’agenzia di assicurazioni. Angelo, 88 anni, aggiunge: “Qui Calogero Montante esponeva le bici e riparava ammortizzatori, non costruiva nulla”.
L’ex sindaco cita un aneddoto personale: “Quando compì 8 anni mio padre mi regalò una bici, la comprammo da Montante. Ricordo ancora che la bici più bella esposta era una Bianchi specialissima colore verde acqua”.
Uno dei maggiori produttori di bici in Sicilia afferma: “Non ricordo alcuna fabbrica in quegli anni, posso dire che oggi Montante compra le bici da altri fornitori, le ha chieste anche a noi ma ci siamo rifiutati, le modifica, mette il suo marchio e le vende a un prezzo maggiore rispetto a quello d’acquisto”.
Certo è che Antonello Montante è a capo della Msa e Gimon Msa, con due capannoni industriali sopra Serradifalco e sede ad Asti, in Piemonte, leader nella progettazione e nella produzione di ammortizzatori per veicoli industriali, ferroviari ed applicazioni speciali. Ad Asti c’è anche uno spazio per la vendita delle bici Montante.
Il mistero sulle bici di Montante si è abbattuto tra capo e collo sul legale dell’ex presidente di Sicindustria, l’avvocato Giuseppe Panepinto, che interpellato dall’Ansa si è limitato a prendere atto delle testimonianze raccolte a Serradifalco.