Il museo Salinas riapre a Palermo dopo cinque anni di lavori

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Una sala del museo archeologico siciliano Salinas

Il museo Salinas riapre a Palermo dopo cinque anni. La struttura ospita uno dei più importanti siti espositivi archeologici d’Europa. I lavori di restauro, finanziati con 9 milioni di fondi europei, sono stati finalmente ultimati.

La riapertura riguarda per ora il piano terra. Il primo piano e il secondo non sono ancora fruibili perché  dovranno essere curati gli allestimenti (altri due milioni di euro) che potrebbero essere completati nel 2017. Il progetto di restauro, elaborato sin dal 2001, ha consentito di allargare gli spazi espositivi.

“Sono stati ricostituiti interi contesti. Per la prima volta vengono quindi esposti numerosi reperti: almeno il 30 per cento dell’intera collezione”, dice la direttrice del museo, Francesca Spatafora, che in questi anni ha organizzato mostre e altre attività con le quali è stata, di fatto, mantenuta una parziale fruibilità pubblica del museo.

La Regione Sicilia aveva annunciato la riapertura dell’ex casa dei Filippini entro l’estate. Il piccolo ritardo è dipeso dal fatto che i lavori hanno riportato alla luce alcune parti nascoste del complesso: un soffitto ligneo secentesco e altri tesori occultati da controsoffitti ottocenteschi. I restauri hanno recuperato nicchie dorate lungo le pareti, in quella che in origine era la stanza di ricreazione dei padri Filippini, in collegamento con l’antico refettorio che oggi conserva le Metope dei templi di Selinunte.

La Casa conventuale dei padri della Congregazione dell’Oratorio di San Filippo Neri detta dell’Olivella è stata eretta a partire dal 1598 su progetto di Antonio Muttone. Dopo la confisca dei beni ecclesiastici divenne nel 1873 museo nazionale affidato all’archeologo Antonio Salinas che lo resse per quarant’anni fino alla morte nel 1914.