Musumeci apre al M5S in Regione. Nel corso di una intervista all’edizione palermitana del quotidiano la Repubblica il presidente della Regione ha spiegato quali saranno le prossime mosse del suo governo e gli scenari politici futuri.
Il governatore sa di non poter contare in Aula su un schieramento parlamentare di centrodestra omogeneo e maggioritario e tenta di costruire sponde guardando anche ai pentastellati. Non senza difficoltà.
“So come si governa senza maggioranza, l’ho già fatto nel ’94 alla Provincia di Catania. Ho lanciato decine di appelli alla collaborazione delle opposizioni. Ma sembra un discorso ai sordi. Cancelleri mi invita a sederci a un tavolo e scrivere assieme le cose da fare? Per me va bene – dice Nello Musumeci – scriviamo assieme le cose da aggiungere a un contratto che già c’è e al quale certo non posso rinunciare. Io sono qui. C’è o no la volontà di sedersi attorno a un tavolo, senza inciuci ma con senso di responsabilità? Basta assetti di guerra, pregiudizi, rancori”.
L’allineamento di Palazzo d’Orleans alla maggioranza giallo-verde che sostiene il governo Conte però in Sicilia è assai difficile. Non soltanto perché Musumeci è stato eletto da uno schieramento di centrodestra tradizionale, composto da Forza Italia, centristi, Fratelli d’Italia e Lega, ma anche perché nell’Isola il partito di Salvini non ha lo stesso peso politico che nel resto d’Italia.
E lo sa bene il presidente della Regione che alla precisa domanda sul ruolo dei leghisti risponde: “La Lega ha un solo deputato. La logica dei numeri e non un capriccio la esclude in questo al momento dal governo”. Ma Musumeci non esclude nulla e apre all’ipotesi rimpasto. “E’ probabile che ci sarà qualche modifica all’interno della giunta e fra i dirigenti generali”. Tre o quattro gli assessori sulle spine in questo momento, così come almeno un paio di dirigenti.
Sulle prossime elezioni europee di maggio il leader di #Diventeràbellissima non si sbottona. “Siamo nati per essere un movimento regionale, oggi ci rendiamo conto che serve guardare oltre lo Stretto. Ci sono due soluzioni: Db può federarsi con un partito nazionale o essere parte costituente di un nuovo soggetto politico che parte dal territorio, con modello autonomista. Decideremo nel congresso, a Catania, il 24 febbraio” – assicura Musumeci.
Ripercorrendo il primo anno trascorso alla guida della Regione, il governatore siciliano ribadisce che “il primo lavoro che ho dovuto fare, a Palazzo d’Orleans, è stato quello di rimettere in sesto la macchina Regione”.